Un fenomeno nuovo e poco conosciuto, molto diffuso tra i giovanissimi italiani, è quello del cosiddetto “vampiring”, consistente nella malsana abitudine di rimanere svegli fino a notte tarda per chattare, sottraendo, fra l’altro, ore preziose al sonno. Il giorno successivo, a scuola, i ragazzi dimostrano, così, tutta la loro stanchezza, la loro apatia e un grado minimo di concentrazione.
Il problema
I gloriosi tempi del Carosello, quale ultimo termine temporale oltre il quale concedersi distrazioni serali, forse sono un po’ arcaici ma la situazione attuale è davvero sconcertante. Il fatto stesso che l’argomento sia praticamente sconosciuto e non affrontato come necessario, fa intendere di quale scarsa presa abbia ancora nell’opinione pubblica. Non si tratta, purtroppo, di un fenomeno legato a circostanze rare ma è vasto e temuto da tanti genitori quasi incapaci di arginare tale moda.
Chi rischia
La fascia di età più soggetta al vampiring va dalla prima adolescenza ai 17 anni. I maggiorenni sono meno interessati in quanto più indipendenti. Ciò li porta a trascorrere le serate in luoghi diversi dalla propria abitazione. Si consideri, inoltre, come tale piaga sociale sia diffusa anche tra utenti del web che, per la loro età (per legge il limite minimo è fissato a 13 anni), non potrebbero essere iscritti e utilizzare i social; un ostacolo, però, facilmente aggirabile. I giovanissimi, quindi, preda dei social più in voga, rimangono svegli quasi tutta la notte a postare fotografie, pretendere e concedere i like. I più “responsabili” si dilettano solo nelle nottate del venerdì e del sabato a cui seguono mattinate senza scuola; si produce, però, anche in tal caso, un pericoloso squilibrio, fisico e mentale, fra le ore del giorno e della notte. Coloro che non possono fare a meno di essere in linea su WhatsApp e Instagram (Facebook è meno amato), invertono i loro ritmi ogni notte. Alcuni cedono al sonno solo perché presi dalla stanchezza della giornata, scolastica ed extrascolastica, appena terminata.
Maratona notturna
I genitori, molto spesso, ignorano la portata del flagello e, convinti di aver condotto a nanna i propri pargoli, non sanno della mole di ore trascorsa dinanzi al magico schermo del telefono cellulare. Quest’ultimo, infatti, è lo strumento preferito, rispetto al computer classico, proprio per la sua versatilità, che consente più anonimato (è anche più adatto per ingannare i genitori), ed è facilmente consultabile a letto. Il tutto può proseguire anche sino alle 4 del mattino, quando mancano poche ore al suono della sveglia. L’apatia giovanile e la scarsa voglia di muoversi, affrontare la vita, le giornate, i problemi e le difficoltà, sono, insomma, alimentate anche da questo nuovo problema.
Moda pericolosa
Qualche decennio fa era la televisione a costituire una pericolosa distrazione diurna e notturna per i giovani, ora i tempi sono cambiati e la società virtuale impone nuove e severe schiavitù. Il vampiring è etichettato come moda e certamente lo è. Il giovane si comporta così perché deve adattarsi e adeguarsi alla moltitudine di coetanei che agisce allo stesso modo. Così facendo non corre il rischio di sentirsi “diverso”, di essere ed estromesso dal gruppo. Il vampiring, però, è anche un’esigenza profonda e radicata: chi ne è vittima è consapevole ed è desideroso, quasi in uno stato di dipendenza, di comportarsi in tal modo, al di là dalle convenzioni della moda. La situazione è molto delicata e andrebbe valutata con più attenzione, cercando di sensibilizzare i ragazzi per far scemare tale esigenza così diffusa, informando i genitori forse ancora non consapevoli del disastro. Ampio spazio al fenomeno dovrebbe essere concesso da tutti i media, suonando un campanello d’allarme ormai improcrastinabile.