Sono 109 gli scafisti arrestati e consegnati alla giustizia italiana, 414 le imbarcazioni “neutralizzate” e 34mila i migranti soccorsi. Sono questi i numeri, illustrati dall’ammiraglio Enrico Credendino, comandante della missione Eunavfor Med – Operazione Sophia, in audizione alla Commissione parlamentare migranti, che ha ribadito l’importanza di “togliere la logistica agli scafisti”, per questo motivo una volta terminato il soccorso, i marinai distruggono le carrette del mare.
“Gli scafisti non sono più in grado di uscire dalle acque territoriali libiche, sanno che li arresteremmo, e che perderebbero le imbarcazioni”, spiegando il comandante, osservando anche che per questo i salvataggi in mare sono più complicati: la missione, in questa fase, può operare solo in acque internazionali, e “la soluzione al problema per andare avanti in acque territoriali libiche è lontana”.
Lo scorso anno morte 5.000 persone in mare
L’anno scorso sono morte oltre 5mila persone, “quest’anno siamo già a 600. Muoiono soprattutto nelle acque territoriali libiche, noi e le altre forze militari siamo troppo lontani, i gommoni si ribaltano e i migranti non sanno nuotare. E’ importante dotare i libici di mezzi adeguati, oltre che per la sicurezza in mare, anche per evitare morti in quella zona dove nessuno riesce a soccorrerli in tempo”. In questi giorni verrà effettuata la revisione strategica dell’operazione, e verrà deciso se chiudere il mandato a luglio, come previsto, o proseguire per un altro anno. Al momento Sophia opera di fronte alla Tripolitania con 5 navi, oltre a tre aerei di pattugliamento.