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Medici pronti al carcere pur di non praticare aborti

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Medici in tutta l'Argentina stanno combattendo contro la nuova legge sull'aborto, approvata alla Camera e che l'8 agosto verrà votata in Senato. La nuova legislazione potrebbe punirli in caso di rifiuto di interrompere una gravidanza adducendo l'obiezione di coscienza. Le proteste dei camici bianchi si stanno susseguendo in tutto il Paese al grido “Sono un medico, non un assassino”. Sono circa 300 gli ospedali argentini ad annunciare la loro opposizione alla legge. Alcuni medici – spiega LifeSiteNews – hanno garantito che preferirebbero andare in prigione piuttosto che uccidere bambini non ancora nati. “Fino a che punto siamo disposti ad andare? Alla prigione”, ha detto Ernesto Beruti, capo del reparto della Austral University Hospitall. “Anche se la legge dovesse passare, non ho intenzione di eliminare la vita di un essere umano. Il diritto più importante è il diritto di vivere”.

I detrattori della legge, come la Federazione argentina delle società di ginecologia e di ostetricia, temono che i medici che si rifiutano di praticare l'aborto per motivi morali possono subire discriminazioni professionali. In realtà, gli obiettori dovrebbero registrarsi e sono preoccupati che ciò possa far scaturire una deriva da “liste nere”. Anche l'Accademia argentina di medicina si oppone ferocemente a questa nuova misura, sostenendo che la vita umana inizia dal concepimento e che “distruggere un embrione umano significa impedire la nascita di una persona”. “Non può esserci nulla di buono quando la società sceglie la morte come soluzione”, ha concluso l'Accademia.

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