Ha squillato il telefono e ho visto che era un numero sconosciuto che mi stava chiamando. Quando ho risposto mi sono emozionato: era il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella“. La voce di Carlo Rositani si incrina leggermente a causa della commozione nel raccontare il colloquio telefonico che oggi pomeriggio ha avuto con il capo dello Stato che lo ha contatto dopo aver ricevuto una sua lettera in cui chiede giustizia per la figlia Maria Antonietta Rositani, che da quattro mesi combatte in ospedale dopo che lo scorso 12 marzo l'ex marito aveva tentato di ucciderla dopo essere evaso dagli arresti domiciliari. “Vorrei ringraziare il presidente Mattarella per la sua vicinanza, per avermi chiamato, per essersi interessato delle condizioni di salute di Maria Antonietta, per avermi fatto sentire la sua vicinanza”, spiega Carlo, appena uscito dal reparto di terapia intensiva del policlinico di Bari dove è andato per stare con sua figlia.
La telefonata con Mattarella
Carlo ha raccontato in esclusiva a In Terris il colloquio con il presidente Mattarella. “Non pensavo di ricevere in così poco tempo una telefonata dal Presidente, è una persona che stimo moltissimo. Mi ha chiesto come stava mia figlia, mi ha detto di non preoccuparmi che c'era lui vicino a me e abbiamo parlato per circa 15 minuti. Ha detto di conoscere già la storia di mia figlia e di essersi commosso quando ha letto la mia lettera – racconta Carlo – Quando ho capito che era veramente lui ho pensato subito a don Aldo Buonaiuto che ieri è stato proprio dal Presidente dandogli copia della mia lettera. Voglio ringraziare tanto Eleonora Daniele per la sua vicinanza, è grazie a loro infatti che il mio scritto è arrivato nelle mani di Mattarella”.
La lettera
Carlo quella lettera al presidente della Repubblica l'ha scritta lo scorso 26 luglio. Righe piene di disperazione, scritte da un “padre disperato, un padre che piange, un padre che vede la propria figlia da più di cento giorni disperarsi e piangere su un letto di ospedale. Le scrivo per dirle mi aiuti… per dirle, da padre a padre che mi faccio forza ma non posso fare a meno di pensare a cosa ne sarebbe di mia figlia se venissi a mancare io. Non mi abbandoni signor Presidente”, si legge nella lettera.
Maria Antonietta
Nonostante siano passati quattro mesi da quel 12 marzo, Maria Antonietta è ancora ricoverata nel reparto di terapia intensiva del policlinico di Bari a causa delle gravissime ustioni subite. Infatti, l'ex marito Ciro Russo, dopo essere evaso dagli arresti, ha tamponato l'auto sulla quale stava viaggiando Maria Antonietta e le ha dato fuoco. Lei è riuscita a scappare dall'interno dell'auto, ma il suo aggressore l'ha raggiunta e le ha versato della benzina addosso abbandonandola al suo destino. Nonostante non sia più in coma farmacologico, le condizioni di salute della donna non sono ancora buone: domenica notte ha subito un intervento d'urgenza a causa di un blocco intestinale, racconta il papà. Carlo chiede che venga fatta giustizia per sua figlia, chiede che venga spiegato come mai nonostante le molteplici denunce non sia stato fatto abbastanza per proteggerla, chiede di sapere come mai Russo sia riuscito a evadere dai domiciliari e a percorrere 500 chilometri per aggredire quella che lui chiama ancora oggi “la mia bambina”.