Nel 1982 il prof. Marianno Franzini, uno dei primi medici in Italia che ha curato i suoi pazienti con il metodo dell’ozonoterapia, ha fondato la Società Scientifica di Ossigeno Ozono Terapia (Sioot). In tutti questi anni il prof. Franzini ha documentato l’efficacia dell’ozonoterapia nel trattamento di numerose patologie dell’uomo. Ma recentemente il medico e la Sioot hanno allargato il proprio raggio d’azione ad altri ambiti, come l’agroalimentare, la depurazione delle acque, la sanificazione dell’aria e l’allevamento degli animali. In Terris ne ha parlato con il prof. Franzini, pioniere italiano della “rivoluzione ozono”.
Perché Lei, medico, che cura con l’ozono le malattie dell’uomo, ha iniziato ad occuparsi delle applicazioni dell’ozono in campo alimentare e nell’allevamento?
“Tutto è cominciato quando un allevatore di suini mi ha parlato della grande quantità di sostanze chimiche e antibiotici utilizzata per garantire l’igiene e la salute dei maiali. Poiché elevate dosi di medicinali non possono essere completamente metabolizzate dagli animali, gli antibiotici finiscono nella carne che consumiamo, e conseguentemente nel nostro corpo. Questo fatto sicuramente può avere una connessione con il pericolosissimo fenomeno dell’antibiotico-resistenza, che si sta verificando su scala mondiale. Purtroppo, negli ultimi vent’anni non è stato possibile sintetizzare nuove molecole antibiotiche efficaci, perché i batteri sono diventati multi-resistenti”.
Allora cosa ha deciso di fare?
“Ho pensato: se l’ozonoterapia funziona così bene sugli uomini, proviamo a verificare gli effetti sanificando gli ambienti di allevamento e aiutando gli animali a contrastare i batteri con un potente mezzo di difesa che non lascia residui. Grazie all’ozono diversi allevatori e veterinari hanno migliorato la nutrizione degli animali per rafforzarne il sistema immunitario ed abbassare la carica microbica presente in allevamento”,
Come è riuscito a raggiungere questi obiettivi?
“Un allevatore di maiali ha realizzato due impianti che producono ozono. Il primo immette l’ozono nell’acqua che serve per gli animali, il secondo diffonde l’ozono nell’aria degli ambienti dove vivono i suini. In questo modo è stato possibile ridurre le patologie infettive e parassitarie negli animali. I suini si ammalano meno, è stato ridotto l’utilizzo di trattamenti chimici ed eliminati i disinfettanti. L’allevatore utilizza l’acqua iperozonizzata anche per lavare e disinfettare i capannoni quando i maiali non ci sono più. L’aspetto più importante è che la carne prodotta è priva di antibiotici, cioè 'antibiotic free'”.
Questo metodo funziona anche con gli altri animali?
“Sì, l’ozono si può utilizzare anche per la cura degli altri animali da allevamento, grandi e piccoli, ma anche degli animali domestici. L’ozonoterapia è una cura non aggressiva, naturale e biologica, in particolare per le patologie gastroenteriche, le ulcere e le ferite”.
Lei, professore, si occupa anche della ricerca sull’utilizzo dell’ozono in agricoltura…
“La nostra alimentazione dipende in gran parte dalle piante e dalle coltivazioni che vengono attaccate da batteri e insetti. Fino ad oggi abbiamo fatto ricorso a sostanze chimiche che, con un grado di tossicità limitato, erano in grado di contrastare i parassiti. Ma non possiamo aumentarne ulteriormente le dosi, perché rischiamo di inquinare gli alimenti e l’ambiente. Consumando frutta e verdura, consumiamo anche certe dosi di antiparassitari, che tendono a depositarsi nel nostro organismo e rischiano di procurare seri danni alla nostra salute. Utilizzando l’ozono questo problema non si pone più, perchè il consumatore non ingerisce prodotti chimici”.
Ma come si può utilizzare in agricoltura l’ozono, che è un gas molto instabile?
“Dopo una serie di approfondite ricerche, l’azienda Multiossigen, che mi assiste nella ricerca, ha messo in commercio Biozon Professional, un liquido oleoso ozonizzato che sta dando risultati eccellenti. Questo prodotto ha rafforzato il sistema protettivo delle piante, riducendo l’attacco dei parassiti e migliorando la qualità dei frutti. Per esempio, nel caso degli agrumi, è stato riscontrato l’aumento di concentrazione della vitamina C”.
Come avviene questo procedimento?
“Si tratta di un prodotto rivoluzionario, perché non è chimico bensì di origine biologica. L’ossigeno-ozono attiva naturalmente la produzione di clorofilla, facendo sì che l’organismo vegetale sviluppi difese naturali più potenti contro gli attacchi di batteri o insetti”.
Potrebbe fornirci esempi concreti dell’efficacia dell’ozono in agricoltura?
“Recentemente durante un congresso diversi agricoltori hanno raccontato le loro esperienze positive: sui vigneti contro la peronospora e il mal dell’esca; nella coltivazione delle pere contro il fuoco batterico; negli uliveti contro la rogna e la mosca. Per di più, nel caso degli ulivi, l’utilizzo dell’ozono influisce anche positivamente sulla qualità dell’olio. Questo trattamento ha effetti benefici anche sulle coltivazioni di insalate, verdure e piccoli frutti, specie quelli in serra. Va sottolineato un altro aspetto fondamentale: trattando la frutta con antiparassitari antifungini o antimicrobici, i residui chimici penetrano all’interno del frutto. Invece, utilizzando l’olio ozonizzato, questo problema non si pone e quindi il consumatore non ingerisce prodotti chimici”.
L’ozono può essere utile anche per la conservazione di prodotti alimentari?
“Innanzitutto, l’utilizzo dell’ozono è molto utile nella sanificazione dei silos e dei magazzini dove si stoccano i cereali. L’ozono è efficace perché è un gas, e quindi ha un’alta permeabilità, a differenza dei disinfettanti chimici, che non riescono ad arrivare nelle zone periferiche. Inoltre, l’ozono non lascia né residui né odori. Per questo motivo il trattamento con ozono si rivela prezioso per le celle frigorifere, le celle di stagionatura e i procedimenti per la conservazione degli alimenti. Infatti, grazie all’ozono, si eliminano i microrganismi patogeni ed aumenta la cosiddetta “shelf life”, ovvero la durata di conservazione degli alimenti”.
Parlando degli effetti dell’uso dell’ozono in agricoltura, Lei ha usato il termine “rivoluzione”. Veramente tale trattamento può realizzare una rivoluzione “verde” e “ecologica”?
“Sono convinto che l’uso dell’ozono in agricoltura e negli allevamenti sarà di grande aiuto per ottenere una produzione alimentare sana e di qualità, determinando consistenti vantaggi sia per gli agricoltori e gli allevatori, sia per i consumatori. Allora si avrà un’importante rivoluzione nell’agroalimentare, attraverso l’ozono”.
Alla fine della nostra conversazione vorrei farLe una domanda riguardante gli alveari. Qualche apicoltore polacco mi ha chiesto se è possibile utilizzare l’ozono nella lotta contro la terribile “varroa destructor”…
“Per quanto riguarda l’apicoltura, abbiamo testato i trattamenti con ozono per pulire gli alveari e per contrastare la 'varroa destructor'. Quest’ultimo è un acaro parassita, che attacca le api e le indebolisce succhiandone l’emolinfa, fino alla morte dell’intera colonia di api. Abbiamo pensato di utilizzare l’ozono anche in questo caso, perché combatte efficacemente virus, batteri, muffe, lieviti e insetti parassiti nei vari stadi di crescita (uova, larve e adulti). L’ozono garantisce inoltre un trattamento ecologico perché, dopo aver svolto la sua azione disinfettante, si decompone e torna in forma di ossigeno, senza lasciare alcun residuo. L’ozono si è rivelato efficace per la pulizia e la conservazione dei telaini nel locale di smielatura, per l’abbattimento dei residui e per l’eliminazione delle spore nel trattamento della cera”.
L’intervista in polacco è stata pubblicata sul settimanale “Niedziela” (Nr.2 -2019).