Sessanta giorni. E' questo il tempo che l'Italia avrà a disposizione per mettere a norma le reti fognarie e i depuratori di 276 comuni con oltre 2.000 abitanti al fine di trattare adeguatamente le acque reflue. E' quanto ha deciso la Commissione europea, nell'ambito della procedura di infrazione già aperta. Quindi,a partire dal 19 luglio, l'Italia avrà due mesi di tempo per mettersi in regola. Se ciò non accadesse e se il nostro Paese non riuscirsse a fornire una risposta soddisfacente, Bruxelles procederà all'invio di un parere motivato che costituirebbe l'anticamera del deferimento dell'Italia alla Corte di giustizia Ue.
La lettera di messa in mora
Per ora l'Italia – già soggetta ad altre tre procedure di infrazione per violazioni degli obblighi previsti dalla direttiva sulle acque reflue – è stata destinataria di una lettera di messa in mora, ossia il primo step della procedura di infrazione, per violazione delle leggi Ue. La Corte di giustizia dell’Unione europea ha già condannato l’Italia a pagare una multa da 25 milioni di euro, più una penalità di 30 milioni di euro per ogni semestre di ritardo, per non aver applicato in tempo il diritto europeo sulla raccolta e sul trattamento delle acque reflue urbane su 74 centri urbani, in ritardo di sei anni rispetto al tempo che era stato concesso.