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L'influenza costringe a letto molti donatori

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L'epidemia influenzale che dura ormai da diversi giorni in tutta Italia procura problemi anche nei centri trasfusionali. Il Centro Nazionale Sangue (Cns) ha reso noto che quest’anno l’influenza ha messo in difficoltà gli approvvigionamenti di sangue in diverse Regioni, con punte di oltre 1300 sacche mancanti che hanno portato ad esempio a rinviare gli interventi non urgenti in molti ospedali.

La settimana di maggiore emergenza è stata quella tra l'8 e il 14 gennaio. In particolare il 13, quando sono state richieste 1315 sacche da Puglia, Lombardia, Toscana, Lazio, Campania e Piemonte. Già il 12 le richieste erano sopra le mille unità, e il 14 sono leggermente scese a 1197. La speranza, ha rilevato Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell'Istituto Superiore di Sanità, è che “il picco sia stato raggiunto”. Tuttavia – ha aggiunto – “l'entità dell’epidemia è ogni anno imprevedibile, e il vaccino è l’unico strumento di cui disponiamo per la prevenzione”.

Vaccinare i donatori

La proposta è allora quella di offrire la vaccinazione ai donatori. “Le carenze all’inizio dell’anno, che seguono le eccedenze di raccolta subito prima di Natale, non sono una novitàafferma Giancarlo Maria Liumbruno, direttore del Cns -. Se da una parte serve una migliore e puntuale programmazione della chiamata dei donatori per effettuare le donazioni da parte delle associazioni e federazioni del volontariato del sangue, il problema dell’epidemia influenzale, che proprio a gennaio-febbraio raggiunge il suo picco, non può essere trascurato. Per questo offrire la vaccinazione anche ai donatori, come già avviene ad esempio in Emilia Romagna, potrebbe contribuire a mitigare il problema”.
 
L’ipotesi di offrire il vaccino ai donatori convince il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Walter Ricciardi. “I dati raccolti quest’anno parlano di una diffusione dell’influenza superiore a quanto atteso – sottolinea Ricciardi -. L’ipotesi da una parte permetterebbe di aumentare le coperture vaccinali e la consapevolezza dei cittadini sul tema della prevenzione e dall’altra metterebbe in sicurezza una risorsa come il sangue che fa parte dei Livelli Essenziali di Assistenza e che è impossibile erogare senza l’apporto fondamentale dei donatori”.

Il parere dei donatori

Ipotesi ben accolta dal Coordinamento delle Associazioni nazionali dei donatori (Avis, Cri, Fidas e Fratres). “Offrire l’opportunità della vaccinazione al milione e 800mila donatori periodici e associati del sangue – afferma Aldo Ozino Caligaris, coordinatore pro tempore Civis – significa, come già accaduto nel 2009 in occasione della pandemia influenzale da virus A/H1N1, poter meglio garantire la continuità della disponibilità delle donazioni, sulla base di una necessaria e puntuale programmazione, considerando che i donatori di sangue sono a tutti gli effetti operatori del Ssn. Oltre che costituire un osservatorio epidemiologico privilegiato i donatori garantiscono con il proprio gesto volontario e responsabile la terapia trasfusionale sicura e disponibile a tutti i cittadini che ne hanno bisogno”.

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