Oltre il 70% dei rifugiati siriani in Libano vivono sotto la soglia di povertà e, per sopravvivere, possono contare esclusivamente sugli aiuti umanitari. A rivelare questa preoccupante statistica è il “Vulnerability Assesment of Syrian refugees”, il rapporto annuale della Nazioni Unite condotto dal World Food Programme, Unchr e Unicef.
Secondo il report dell’Onu, i rifugiati siriani registrati in Libano sono circa 1 milione, mentre la ricerca è stata condotta su 4950 nuclei familiari. “La situazione economica dei rifugiati non è deteriorata con la stessa intensità dello scorso anno ma sappiamo che ciò è dovuto agli aiuti esterni. Sarebbe ancora peggiore senza di essi”, ha affermato Mireille Girard, rappresentante dell’Unhcr in Libano.
Quest’anno gli aiuti ai rifugiati siriani sono di circa 726 milioni di dollari, risorse che nascono nell’ambito del “Lebanon Crisis Response Plan”, un piano umanitario gestito congiuntamente dalle Nazioni Unite e dal governo. Sempre secondo il rapporto, il 34% dei nuclei familiari dei rifugiati vivono in condizioni di profonda insicurezza alimentare, mentre l’anno scorso la cifra di famiglia indigenti si aggirava intorno al 23%. Il report ha anche evidenziato che il 4.6% dei bambini rifugiati sarebbero sottopeso, soprattutto le bambine, rispetto al 2.6% del 2013, l’ultimo anno in cui è stata misurata questa statistica.
Il rapporto giunge alla conclusione che la situazione alimentare avrà conseguenze di lungo termine sui bambini, sulla loro educazione e salute, a meno che non venga trovata presto una soluzione sostenibile in tempi brevi, che dovrebbe prevedere anzitutto un aumento degli aiuti da parte della comunità internazionale. Intanto, nella giornata di ieri, ad Urum al Kubra, nei dintorni di Aleppo, in Siria, un convoglio di aiuti della Croce Rossa Siriana (Crs) è stato colpito da uno strike condotto dalle forze aeree russe o siriane, uccidendo 12 persone, tra cui il Direttore organizzativo della Crs, Omar Barakat.