“Le guardie di frontiera turche sparano ai richiedenti asilo siriani che cercano di raggiungere la Turchia”. La denuncia, già fatta il mese scorso, è stata rilanciata ancora una volta Human Rights Watch (Hrw). Secondo l’ong Usa, “l’uso eccessivo della forza” da parte dell’esercito di Ankara contro rifugiati e trafficanti di esseri umani ha causato la morte di 5 persone, tra cui un bambino, e il ferimento grave di altre 14.
L’ong che si occupa di difendere i diritti umani ha inviato mercoledì una lettera al ministero degli Interni di Ankara chiedendo di “investigare sull’uso eccessivo della forza da parte delle sue guardie di frontiera”, accusate anche di picchiare i richiedenti asilo. Secondo la denuncia, l’esercito turco ha ucciso sparando 3 richiedenti asilo siriani (un uomo, una donna e un minore di 15 anni) e 1 trafficante di esseri umani, e picchiato a morte un altro trafficante.
L’ong ha anche evidenziato come il governo turco continui a proclamare una “politica delle porte aperte” nei confronti dei siriani “nonostante stia costruendo un nuovo muro di confine” – già completato per 1/3 – e una pratica di respingimenti di profughi alla frontiera, che prosegue “almeno da metà agosto”. Human Rights Wtach ha chiesto ad Ankara una effettiva riapertura della frontiera. Il mese scorso, alla vigilia dell’avvio dei rinvii dalla Grecia nell’ambito dell’accordo Ue-Turchia, anche Amnesty International aveva sollevato pesanti accuse – seccamente respinte dal governo turco, come quelle di Hrw – di rimpatri forzati di rifugiati in Siria.