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L'Aids non è morto

Sfumato l’effetto delle campagne di sensibilizzazione, è boom in Italia di malattie veneree tra i più giovani. A dare l’allarme per la crescita costante negli ultimi anni delel malattie sessualmente trasmissibili sono l’Istituto superiore di sanità e l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Dal 2000 ad oggi i casi di sifilide sono aumentati del 400% e  quelli di gonorrea sono più che raddoppiati. Le cause, secondo gli esperti interpellati da In Terris,  sono diverse: si fa poca informazione, non esiste una sistematica formazione sessuale, ma si fa sesso sempre prima e con più partner. Ogni giorno, in Italia, 10 persone scoprono di essere sieropositive.  Siamo il secondo Paese in Europa per incidenza di Aids eppure, incredibilmente, la malattia sembra non fare più paura, soprattutto tra i millenials, nell'erronea convinzione che l'Hiv sia morto, come recita l'iniziativa internazionale per alzare il livello di attenzione su questa emergenza nascosta. L'escalation del contagio spinge le istituzioni cha tutelano la salute pubblica a interrogarsi, attraverso sondaggi e indagini mirate, su come vivano il sesso le nuove generazioni. Nell’era del web e del porno da tasca le risposte dei giovani sulle malattie veneree denotano una drammatica sottovalutazione del rischio e una preccupante ignoranza sulle conseguenze di condotte irresponsabili e stili di vita promiscui. Domani è la giornata mondiale per la lotta contro l’Aids, che fu celebrata per la prima volta nel 1988 in occasione del summit mondiale dei ministri della sanità sui programmi per la prevenzione della malattia.

Le iniziative del ministero della Salute

In Italia il ministero della Salute iha realizzato una campagna di informazione per contrastare la diffusione del virus Hiv, in collaborazione con la sezione del volontariato per la lotta contro l’Aids del Comitato tecnico sanitario.  Nel mondo sono circa 36,7 milioni le persone che hanno contratto il virus dell’Hiv e, nonostante la sindrome sia stata identificata nel 1984, oltre 35 milioni di persone hanno perso la vita a causa dell’Aids. Si tratta, quindi, di una delle pandemie più distruttive della storia. “Dagli anni 80 sono stati fatti progressi scientifici per il trattamento dell’Aids, sono state adottate leggi per proteggere le persone affette dalla sindrome e si hanno più strumenti per comprendere la condizione dei malati- osserva Alissa Peron dell'Avis, l'associazione dei volontari italiani del sangue-. È aumentato, inoltre, il numero di pazienti che hanno accesso alle cure: se nel 2000 solo 685.000 malati nel mondo potevano beneficiare della terapia antiretrovirale, ora vi hanno accesso più di 21 milioni di persone”. Questa terapia assicura una quotidianità e un’aspettativa di vita paragonabili a quella delle persone che non hanno contratto il virus e ne riduce la possibilità di trasmissione di circa il 97%, soprattutto dalle madri ai bambini. “Oggi la sfida è quella di continuare su questa strada, con l’obiettivo di garantire  l’accesso ai medicinali ai circa 17 milioni di persone ancora bisognose di cure, tra cui 1,2 milioni di bambini- avverte l'Avis-.È fondamentale anche mettere la prevenzione dell’Hiv come priorità nella programmazione della sanità pubblica, in particolare nei Paesi in cui le infezioni da Hiv sono in aumento”.

La situazione in Italia

In Italia sono circa 130.000 i pazienti cronicizzati e, negli ultimi sette anni, il numero di nuove diagnosi è stato stabile con oltre 3500 nuovi casi ogni anno, che interessano soprattutto i giovani tra i 25 e i 29 anni e sono causati per la maggior parte da infezioni a trasmissione sessuale, sia da rapporti eterosessuali che omosessuali. Più del 50% delle nuove diagnosi, però, avviene in condizioni avanzate di malattia. “Questa, un’inevitabile conseguenza del calo di attenzione su questa malattia, della quale specialmente i giovanissimi sanno molto poco- osserva l'Avis-. La giornata mondiale contro l’Aids, che si tiene domani in tutto il mondo, rappresenta, l'occasione per promuovere prevenzione e assistenza, combattere i pregiudizi e sollecitare i governi e la società civile affinché vengano destinate risorse appropriate per la cura e le campagne di informazione”. La campagna di comunicazione 2019 del ministero della Salute si avvale della collaborazione di quattro testimonial (gli attori Stefano Fresi, Francesco Montanari e Dario Vergassola e la youtuber Sofia Viscardi). “Gli obiettivi di questa campagna sono responsabilizzare i singoli individui nei confronti della salute propria e degli altri, sensibilizzare verso la lotta allo stigma e promuovere il ricorso al test dell’Hiv anche tra i ragazzi più giovani- precisa Peron-.La campagna è partita già dalla scorsa estate, con la diffusione di tre spot televisivi e di alcune pillole web realizzate dai testimonial, che si possono trovare e condividere su tutti i canali social con l’hashtag #HIVriguardatutti. La scelta di utilizzare un tono ironico consente di affrontare in maniera originale ed efficace l’argomento senza sminuirne l’importanza. Sia gli spot sia le pillole web invitano ad approfondire gli argomenti sul sito www.salute.gov.it/hiv-aids e a chiamare il Telefono verde Aids e infezioni sessualmente trasmesse – 800 861 061.

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