Categories: Sociale

La denuncia di Unicef: “400 mila rohingya sono fuggiti dalla Birmania. Il 60% sono bambini”

Logo Interris - La denuncia di Unicef: "400 mila rohingya sono fuggiti dalla Birmania. Il 60% sono bambini"

Logo INTERRIS in sostituzione per l'articolo: La denuncia di Unicef: "400 mila rohingya sono fuggiti dalla Birmania. Il 60% sono bambini"

E’ emergenza umanitaria in Bangladesh, dove mancano rifugi, cibo e acqua potabile. E’ quanto denuncia l’Unicef, aggiungendo che diversi camion carichi di aiuti hanno raggiunto il sud del Paese per portare beni di prima necessità. Tuttavia, fa sapere l’agenzia dell’Onu, servirebbero 7.3 milioni di dollari, per i prossimi quattro mesi, per far fronte all’emergenza e fornire l’assistenza ai minori. Infatti, secondo l’Unicef, tra gli oltre 400 mila rohingya fuggiti dalla Birmania al Bangladesh dal 25 agosto a oggi, “Circa il 60% sono bambini”. E il flusso migratorio non si interrompe: “Migliaia di persone continuano ad arrivare, ogni giorno“.

L’appello di Unicef

Come si legge nel comunicato, diffuso tramite i suoi canali web, l’Unicef definisce un “compito monumentale” la protezione delle migliaia di bambini appartenenti alla minoranza musulmana in fuga dalla propria terra. L’agenzia delle Nazioni Unite lancia allora un appello per la raccolta di 7.3 milioni di dollari necessari per l’assistenza dei minori nei prossimi quattro mesi. “Manca tutto, soprattutto rifugi, cibo e acqua pulita – fa sapere Edouard Beigbeder, rappresentante Unicef in Bangladesh -. I bambini corrono un alto rischio di contrarre malattie causate dalla mancanza di acqua potabile”.

Non bastano i camion

Nelle scorse ore, diversi camion dell’Unicef, pieni di acqua pulita e kit igienico-sanitari destinati a migliaia di bambini, sono partiti alla volta di Cox’s Bazar, grande città nel sud del Bangladesh, dove nel campo profughi di Kutupalong, i rifugiati si dispongono già da giorni in due lunghe file (una per gli uomini e una per le donne) per ricevere tende, equipaggiamento e cibo. A riferirlo è l’agenzia di stampa Associated Press. Nei camion ci sono anche brocche e taniche per l’acqua, detersivo in polvere, sapone, ma anche pannolini, assorbenti, asciugamani e sandali. Materiale tuttavia insufficiente, visto il continuo arrivo di fuggitivi; un flusso senza sosta che sta facendo collassare i campi già esistenti: le persone si accampano ovunque e gli spazi sono sempre più piccoli. Ap, inoltre, fa sapere che il dipartimento di Ingegneria per la salute pubblica, in collaborazione con la stessa agenzia, è al lavoro per risanare e installare nuovi pozzi, senza tralasciare il trattamento delle acque negli impianti già esistenti.

La condanna di Ue e Onu

“Chiedo alle autorità birmane di sospendere l’azione militare, cessare la violenza, applicare la legge e riconoscere il diritto di ritornare nel paese a tutti coloro che sono fuggiti –  afferma il Segretario Generale dell’Onu, António Guterres, prima di discutere il tema in una riunione a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza, convocata d’urgenza – La situazione umanitaria è catastrofica”. Anche il Parlamento Europeo condanna le violenze ai danni della minoranza musulmana, votando una risoluzione. Gli eurodeputati chiedono “una sospensione immediata delle uccisioni, delle violenze, degli stupri e del rogo delle abitazioni nei confronti della popolazione rohingya” in Birmania. Non solo. Al governo, e in particolare a Aung San Suu Kyi, consigliera di Stato e premio Nobel per la pace nel 1991, di “condannare in maniera inequivocabile” questi atti. Fino ad oggi, da parte delle autorità locali questa condanna non è stata mai pronunciata.

Laura Boazzelli: