Per Vincent Lambert c'è ancora speranza. La corte d'Appello di Parigi ha, infatti, accolto il ricorso dei genitori del 42enne in stato vegetativo e ha ordinato la ripresa delle cure palliative sospese ieri.
Famiglia divisa
I genitori, Pierre, che ha 90 anni, e Viviane, che ne ha 73, hanno presentato tre ricorsi: favorevoli allo stop dei trattamenti che lo tengono in vita sono, invece, già dal 2013, la moglie Rachel, il nipote Francois, e i cinque fratelli e sorelle. Vincent Sanchez, il primario del reparto di cure palliative e cerebrolesi del Policlinico universitario di Reims, in cui Lambert è ricoverato, aveva comunicato alla famiglia già lo scorso dieci maggio la decisione di sospendere a partire da questa settimana nutrizione e idratazione artificiali, dopo il nuovo pronunciamento in questo senso del Consiglio di Stato lo scorso aprile.
La legge
Gli avvocati dei genitori hanno chiesto anche provvedimenti disciplinari nei confronti di Sanchez. Ma la legge Claeys-Leonetti varata in Francia nel 2016, pur vietando eutanasia e suicidio assistito, prevede l'interruzione delle cure per il mantenimento artificialmente in vita di un paziente in caso di accanimento terapeutico, contro il volere del paziente o in seguito a una “decisione collegiale” (la moglie Rachel ha testimoniato più volte di fronte al Consiglio di stato che il proseguimento delle cure sarebbe stato contro la volontà del marito). La legge prevede anche che, oltre alle procedure per la fine delle cure palliative, sia garantita una sedazione “controllata, profonda e continua” e la somministrazione di analgesici “per precauzione“.
La vicenda
Lambert, che lavorava come infermiere in psichiatria all'ospedale di Chalons en Champagne è rimasto vittima di un incidente stradale nel 2008 in cui ha riportato danni cerebrali giudicati irreversibili e si trova in stato vegetativo cronico. La fine dell'alimentazione e dell'idratazione avrebbe portato a una insufficienza renale e quindi la morte. Nel 2013 erano già stati interrotte le cure artificiali di Lambert che erano tuttavia state riprese dopo 31 giorni per ordine di un tribunale amministrativo su richiesta dei genitori di Vincent, ancora in vita dopo così tanto tempo solo perché i medici continuavano a somministrargli 200 millilitri di soluzione idratante al giorno.