Èsubito periodo d'esami per il nuovo governo presieduto da Giuseppe Conte, il tema è l'immigrazione. Risolto un caso grazie a Malta, rischia di aprirsene rapidamente un altro per il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese. Gli ultimi migranti che erano a bordo della nave Alan Kurdi dell'organizzazione non governativa Sea Eye sbarcano sulla piccola isola mediterranea, dopo essere stati respinti dal divieto firmato dagli allora ministri Salvini, Trenta e Toninelli. Fiato sospeso adesso per la risposta che l'Italia darà alla Ocean Viking, che ha a bordo 84 persone. L'imbarcazione di Sos Mediterranée e Medici senza Frontiere ha fatto richiesta di un porto sicuro al nostro paese e a Malta, trovandosi nelle sue acque territoriali, dopo aver respinto l'offerta della Libia di attraccare a Tripoli. La visita del presidente del Consiglio italiano alla neopresidente della Commissione europea potrebbe dare il là al dialogo tra i paesi comunitari per la redistribuzione volontaria dei migranti. Trattative che potrebbero essere già in corso, stando alle parole del ministro degli Esteri Luigi Di Maio ospite al programma DiMartedì su La7 la sera di martedì 10 settembre. Ha detto: “Stamattina si è attivato quel meccanismo europeo”.
Richiesta di porto sicuro
Dopo aver fatto della discontinuità, chi più convintamente e chi meno, la parola d'ordine per la nuova maggioranza si è già passati alla prova dei fatti. Sulla vicenda della Alan Kurdi, eredità del governo precedente, la linea è rimasta quella vicepremier Salvini. Cioè l'Italia, tramite il Centro di coordinamento del soccorso marittimo, ha detto “no” alla richiesta di un porto sicuro (Pos, place of safety) da parte della nave della Sea Eye. Era ancora valido il divieto di ingresso, transito e sosta nelle acque territoriali italiane per l'imbarcazione con a bordo 13 migranti firmato loscorso 31 agosto dal leader della Lega insieme ai colleghi della Difesa e delle Infrastrutture. Sui decreti Sicurezza il premier non si è dilungato nei suoi due lunghi interventi a Montecitorio e a Palazzo Madama, parlando genericamente di una loro rivisitazione. Allora il punto interrogativo su come si procederà stavolta per il caso della Ocean Viking è fondato. La nave si trova in acqua maltesi e ha fatto richiesta per un porto sicuro ai centri di soccorso italiano e maltese, dopo aver a sua volta rifiutato l'offerta libica dello scalo nella propria capitale. “Quella nave deve entrare senza se e senza ma”, ha dichiarato ieri il segretario del Partito democratico Nicola Zingaretti nel talk show di La7 condotto da Giovanni Floris. Prima di lui il giornalista televisivo aveva chiesto a Luigi Di Maio se il governo avesse concesso o meno lo sbarco dei migranti dalla Ocean Viking e il nuovo inquilino della Farnesina ha dichiarato che potrebbero essere già stati avviati i colloqui tra i gli Stati membri dell'Unione europea per l'attivazione del meccanismo di redistribuzione volontario degli 84 migranti.
Braccio di ferro
La prova di forza tra Malta e la Alan Kurdi si è conclusa con lo sbarco sull'isola degli gli ultimi cinque migranti che erano a rimasti a bordo. In precedenza ne erano scesi a terra altri otto per emegenze sanitarie. Ma il braccio di ferro si è protratto per undici giorni. Lo scrive il quotidiano Times of Malta. Era la mattina del 31 agosto quando la nave della Sea Eye ha salvato 13 persone su un'imbarcazione, sembra diretta a Lampedusa, che affondava in acque maltesi. La Alan Kurdi, visto il pericolo di vita per i migranti, ha avvisato il Centro di ricerca e soccorso di Malta, il quale avrebbe risposto di non considerare l'operazione un salvataggio ma un semplice trasferimento di persone. Inoltre avrebbe anche dato l'ordine alla Alan Kurdi di non imbarcare nessuno. La nave ha invece recuperato i migranti, venendo accusata dalle autorità maltesi di aver interferito con un viaggio pianificato, e si è vista negare assistenza. La Sea Eye ha sostenuto che decisione di Malta fosse sbagliata e di aver rispettato le leggi della navigazione. Soccorrere chiunque si trovi in situazione di difficoltà e pericolo in mare. Così la ong è ricorsa alla via giudiziaria contro Malta, che alla fine ha accettato di far sbarcare i rimanenti migranti solo di fronte al ritiro della denuncia. E così è avvenuto.