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Joker, Federica Picchi: “Basta con le pellicole che avvelenano la mente”

Si è da poco conclusa la celebre Mostra del Cinema di Venezia dove il film Joker, di Todd Philips, si è aggiudicato un Leone d'oro come miglior film. La pellicola racconta le origini dell'avversario di Batman, interpretato da Joquin Phoenix. In Italia, la pellicola uscirà nelle sale italiane giovedì 3 ottobre, mentre negli Usa arriverà nei cinema venerdì 4 ottobre. Un film violento che ha indotto le autorità Usa a vietarlo ai minori di 14 anni se non accompagnati da un adulto, mentre in Italia, al momento, non è stato espresso alcun divieto.

La trama del film

La storia è quella di Arthur Fleck, un aspirante cabarettista, affetto da un disturbo che lo costringere a ridere compulsivamente, anche di fronte a situazioni dolorose. Spinto ai margini della società, vive in uno stato di totale emarginazione. Nel tentativo di ribellarsi a questo stato di vittima e per dare un senso alla propria esistenza, inizia a macchiarsi di una serie di crimini e violenze, fino a diventare una delle peggiori e più crudeli menti criminali americane. 

Federica Picchi: “E' ora di mettere un freno”

“Con questo film non solo ci troviamo di fronte ad una banalizzazione del male e quindi una sua penetrazione nelle menti dei nostri ragazzi, come 'normalità', ma addiritutta il crimine rischia si divenire spettacolare, ovvero la nota di 'redenzione' di un'esistenza altresì mediocre – ha dichiarato Federica Picchi, presidente dell'Associazione Spettacolo e Cultura e produttrice cinematografica -. Continuare ad inquinare l'ambiente culturale con film violenti, che abbiano come principali fruitori gli adolescenti, con un alto rischio di emulazione, è una cosa aberrante. E' come se consentissimo ai supermercati di vendere alimenti avvelenati. Questo comportamento riprovevole comporta, inoltre, un costo sociale, educativo e culturale, dal danno non quantificabile. Sono decenni che ammettiamo nelle sale cinematografiche film che spettacolarizzano la violenza, che spesso danno vita ad episodi di emulazione, che avvelenano e inquinano la nostra società. E' ora di mettere un freno a tutto questo. E' ora di dire basta alle produzioni e alle distribuzioni cinematografiche che si arricchiscono sulla pelle dei nostri giovani”. 

Il rischio emulazione

Ed è proprio il rischio emulazione a mettere in allerta gli Stati Uniti, fatto che dovrebbe far scattare l'allarme anche nel nostro Paese, visto che a metà settembre si è verificato un episodio: nella metropolitana di Milano, un uomo vestito da Joker e armato di pistola, è entrato in uno dei vagoni e si è seduto tra i passeggeri come se nulla fosse. E' accaduto alla fermata Moscova. Il personale di servizio, di concerto con le forze dell'ordine, si è visto costretto a interrompere il servizio della linea verde per diversi minuti per accertarsi di cosa stava accadendo. All'arrivo della polizia si è scopertio che l'arma dell'uomo era un giocattolo e avrebbe dichiarato agli agenti di essere diretto a una festa. Ma negli Usa, le autorità temono che si possa ripetere una tragedia come quella che si è verificata ad Aurora, nel 2012, quando James Holmes – che all'epoca aveva 24 anni – entrò in un cinema durante la proiezione del film “Il cavaliere oscuro – Il ritorno“, terzo capitolo della trilogia su Batman di Christopher Nolan. Armato con fucili e pistole e vestito con specie di tenuta antisommossa, Holmes prima lanciò dei fumogeni, poi cominciò a sparare sugli spettatori uccidendo 12 persone. Dopo la carneficina, il giovane è tornato alla sua auto dove è stato arrestato dalla polizia. Holmes è stato condannato a 12 ergastoli, uno per ogni vittima. Alle dodici condanne si aggiungono 3.318 anni di prigione per altri 141 capi di imputazione. 

Le misure straordinarie

E' anche questo il motivo per cui le polizie di New York e Los Angeles sono in allerta. Secondo quanto confermato dall'Hollywood Reporter, degli agenti saranno schierati nelle sale in cui verrà proiettata la controversa pellicola di Todd Philips. Nei giorni scorsi cinque famiglie di Aurora avevano scritto una lettera aperta alla Warner esprimendo preoccupazione per il contenuto violento del film. Anche se non ci sono minacce specifiche e fondate, come dichiarato dalla polizia all'Hollywood Reporter, si è deciso di disporre misure straordinarie. 

 

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