Idati sugli asili nido diffusi dall’Istat sono l’ennesima conferma di come nel nostro Paese i servizi per la prima infanzia siano un’opportunità riservata ancora a pochi bambini”. Lo dichiara Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children. Secondo i dati Istat, nell’anno scolastico 2017/2018 sono attivi sul territorio nazionale 13.145 servizi educativi per la prima infanzia. Il 51% dei 354.641 posti autorizzati al funzionamento sono pubblici. Tale dotazione è ancora sotto il parametro del 33% fissato dall’Unione Europea già per il 2010. I posti nei servizi educativi rivolti alla prima infanzia coprono infatti solo il 24,7% dei potenziali utenti – i bambini con meno di 3 anni.
Sviluppo
“I primissimi anni di vita sono di cruciale importanza per lo sviluppo e per il futuro stesso dei minori e per questo è fondamentale che a tutti i bambini venga garantito l’accesso al nido e a servizi socio-educativi di qualità per la prima infanzia. Solo così potremo contrastare alla radice quelle disuguaglianze educative che purtroppo segnano il cammino dei minori sin dalle prime fasi della loro vita”, spiega Raffaela Milano. La direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children auspica “un forte intervento già nella legge di bilancio per il sostegno alle famiglie nel pagamento delle rette dei servizi, che se confermate dovrebbero rappresentare una vera e propria ‘dote educativa’ da garantire a tutti i bambini fin dalla primissima infanzia, ma queste devono essere accompagnate da un contestuale investimento per la copertura dei servizi per la prima infanzia su tutto il territorio nazionale, che oggi presenta ancora troppe differenze a livello territoriale, con una copertura che raggiunge il 19,6% nei comuni del nord-est ma che si ferma a poco più del 5% al sud”. Son percentuali ancora “troppo basse – conclude – che richiedono un impegno concreto e urgente nella manovra economica per l’implementazione del sistema di educazione ed istruzione da 0 a 6 anni, a partire dalla riconversione di quegli spazi all’interno delle scuole dell’infanzia che oggi continuano a rimanere inutilizzati in conseguenza del calo demografico”.