Sono circa 2.700 i bambini della minoranza curda degli yazidi che hanno perso uno o entrambi i genitori a causa dell’avanzata del sedicente Stato Islamico in Iraq, iniziato nel 2014. E’ quanto emerge da un rapporto relativo alla regione del Kurdistan iracheno, nel nord est del Paese asiatico, che spiega che quasi tutti questi bambini si trovano ora nei campi profughi nella regione senza ricevere cure professionali. ”Abbiamo chiesto al governo curdo e ai donatori internazionali di occuparsi seriamente degli orfani e di aiutarli”, ha detto Hadi Dobani, membro dell’ufficio per gli Affari degli yazidi istituito dal governo turco dopo l’offensiva dell’Isis per assistere la minoranza curda vittima dei jihadisti.
Nel dettaglio, la maggioranza di questi bambini, circa 1.750, hanno perso il padre mentre in 470 hanno perso la madre. Sono 350 i bambini yazidi rimasti orfani di entrambi i genitori. Oltre 220 sono invece i bambini i cui genitori sono stati rapiti dai jihadisti, ha detto Dobani, e per questo registrati come coloro che hanno perso almeno uno dei genitori. Dei 6.255 yazidi rapiti nell’agosto del 2014, 3.878 sono ancora nelle mani del Califfato. Di questi, circa 1.800 sono donne e bambini. Il numero degli yazidi uccisi dai miliziani potrebbe essere superiore ai tremila, ma verificare i numeri è difficile in quanto molte famiglie delle vittime hanno lasciato l’Iraq e il Kurdistan per fuggire in Europa.
L’ufficio migrazioni iracheno a Erbil ha reso noto che dal 2014 oltre 40mila yazidi sono migrati in Europa. Gli yazidi sono un popolo di etnia curda che abita la parte irachena del Kurdistan, un vasto altopiano situato nella parte settentrionale e nord-orientale della Mesopotamia. Il Kurdistan è una nazione ma non uno Stato indipendente; il termine indicava la regione geografica abitata in prevalenza da curdi, ma ha poi acquistato anche una connotazione politica.
Lo Yazidismo è la fede religiosa degli yazidi, una delle religioni monoteiste più antiche al mondo. Si è diffusa nelle regioni del Sinjar iracheno prima della comparsa in quelle regioni dell’Islam ed è fortemente osteggiata dai musulmani: se i wahabiti hanno dato la caccia agli yazidi in quanto “apostati”, i sunniti li chiamano a torto “adoratori del Diavolo”. Tutto deriva da un’errata interpretazione della figura di Melek Taus, confuso con l’angelo ribelle della religione islamica, Iblis. Costui, con disubbidiente superbia, aveva rifiutato di adorare l’uomo, malgrado un esplicito ordine divino. Ciò è valso loro l’appellativo di “adoratori di Satana”, con conseguenti persecuzioni e ripetuti massacri.