“The thin Line”: tre decenni di crisi umanitarie dalla trincea solidale di Intersos

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Interosos è l’unica organizzazione non governativa italiana presente in Yemen. Giovedì, in occasione dei trent’anni anni dalla sua nascita, Intersos inaugura a Roma la mostra “The thin Line“. All’interno dello Spazio Maxxi il percorso fotografico è dedicato ad alcune delle più gravi crisi umanitarie odierne. Catturate dallo sguardo di Alessio Romenzi e Christian Tasso. Fotografi in prima linea. Testimoni che uniscono al talento e all’esperienza internazionale una forte attenzione alla dimensione etica dell’immagine. Un approccio scaturito dall’osservazione in prima persona dei diversi aspetti dell’azione umanitaria. L’esposizione resterà aperta fino al 6 novembre 2022. “La sottile linea” è la rappresentazione di un itinerario immaginario. Quello in cui i due fotografi hanno camminato per raccogliere le immagini esposte. Un viaggio tra Ucraina, Yemen, Afghanistan, Nigeria, Iraq e Libano. Paesi diversi tra loro. Distanti migliaia di chilometri. Ma accomunati dalle situazioni di emergenza nelle quali Intersos è impegnata da tempo.

Intersos in prima linea

Intersos è un’ong italiana umanitaria e senza scopo di lucro. E’ una delle organizzazioni non governative con più collaboratori. Attualmente è presente in 19 paesi del mondo. Fra cui Afghanistan, Siria, Sud Sudan, Iraq e Somalia. Una linea solidale (descritta allo Spazio Maxxi) che indirizza destini individuali e speranze. Tracciando il confine tra chi troverà aiuto e chi no. Tra chi avrà una speranza di futuro e chi non riuscirà ad ottenerla. Lo spettatore sarà così accompagnato lungo un cammino. Fatto di luoghi, sguardi, attimi e storie di vita che negli anni si sono incrociati con quelli di Intersos. E che raccontano la ragione profonda dell’impegno dell’organizzazione benefica. E cioè offrire risposte adeguate e significative ai bisogni delle persone più fragili. Sempre in occasione dei trent’anni di Intersos, lo Spazio Maxxi aprirà nuovamente le sue porte il 3 e 4 novembre. Per ospitare il congresso umanitario “Disordine Globale Crescente”. Durante il quale si rifletterà sulla situazione mondiale attuale. E sulle possibili soluzioni. Alla luce di un aumento repentino di guerre e disordini.

Odessa 16/03/2022 – guerra in Ucraina / foto Imago/Image nella foto: profughi ONLY ITALY

Pagella in tasca

Dieci giorni fa è arrivato all’aeroporto di Torino, il secondo gruppo di quattro minori soli. Beneficiari del progetto “Pagella in tasca. Canali di studio per minori rifugiati”. L’iniziativa è promossa dall’organizzazione umanitaria Intersos. Assieme a Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati. E realizzato a seguito di un protocollo d’intesa con i ministeri  degli  Esteri, Interno e Lavoro. E con il comune di Torino. I partecipanti sono minori tra i 16 e i 17 anni. Originari del Darfur, in Sudan, e rifugiati in Niger e sono stati selezionati sulla base della loro motivazione allo studio in seguito a una valutazione del loro interesse. Tutti e quattro i ragazzi sono fuggiti da soli verso la Libia prima di trovare protezione in Niger. Con una borsa di studio di 12 mesi, i ragazzi entrano in Italia per conseguire la licenza media. E successivamente proseguire il percorso nella scuola secondaria superiore. O nella formazione professionale. Sono ospitati da famiglie selezionate e formate dal comune di Torino Inoltre ricevono supporto educativo, legale e psicologico.

Senza corridoi umanitari

Cesare Fermi è il direttore per l’Europa di Intersos. “Pagella in tasca rappresenta la prima sperimentazione al mondo di un canale d’ingresso sicuro. Promosso dalla società civile. Dedicato ai minori non accompagnati rifugiati. Attualmente esclusi dai corridoi umanitari. E dalla maggior parte degli altri canali di ingresso regolari – spiega Fermi-. I risultati ottenuti dai ragazzi arrivati nel 2021 offrono una prova fondamentale. Testimoniando quanto sia importante l’accoglienza diffusa. Essere accolti in famiglia, infatti, facilita l’inclusione sociale. E il successo nello studio“. Questi progetti rappresentano “un’alternativa ai viaggi irregolari e pericolosi“. Nei quali “troppo spesso perdono la vita i rifugiati”. E sono al tempo stesso una dimostrazione tangibile di “solidarietà e condivisione delle responsabilità tra gli Stati”, evidenzia Chiara Cardoletti. Secondo la rappresentante Unhcr “l’Italia  si dimostra ancora una volta all’avanguardia“.

Appello

Nel trentennale della fondazione della ong, Intersos esorta i Paesi donatori a “finanziare interamente l’appello delle Nazioni Unite di 4.4 miliardi di dollari per l’Afghanistan”.  Così da consentire agli operatori umanitari di rispondere ai crescenti bisogni della popolazione. Tuttavia l’assistenza umanitaria da sola “non può sostituire un’economia funzionante”. Per questo Intersos si rivolge alla comunità internazionale e ai talebani. Chiedendo di trovare un modo per rispondere ai bisogni più urgenti della popolazione. Una maniera chiara per farlo sarebbe quello di restituire i beni congelati dell’Afghanistan alla banca centrale del Paese. La “Da Afghanistan Bank” (DAB). Da ciò deriva l’appello ai governi statunitense e polacco. Affinché consegnino all’Afghanistan la valuta afghana stampata. Quella cioè che è stata acquistata e pagata dal precedente governo lo scorso anno. Queste due misure affronterebbero la crisi di liquidità. E consentirebbero alle persone di accedere ai propri risparmi. Alle imprese di riaprire. E alle persone di trovare lavoro. Guadagnare un reddito. E sfamare nuovamente le proprie famiglie. Intersos sollecita il ritorno dei fondi per lo sviluppo nel Paese. L’obiettivo è garantire un’assistenza a lungo termine. E permettere a tutti coloro che hanno bisogno di cure sanitarie di riceverle. Nel momento in cui ne hanno più bisogno.

 

 

Giacomo Galeazzi: