Aumentano le violenze in India contro i Dalit, la casta dei cosiddetti “intoccabili”. A lanciare l'allarme, l'Arcivescovo emerito Thomas Menamparampil, sacerdote di grande esperienza che ha guidato per anni l’arcidiocesi di Shillong, nel Nordest dell’India, e ha lavorato alla Federazione delle Conferenze Episcopali dell’Asia.
Crescenti atrocità
“Le crescenti atrocità sui dalit danno l'impressione che l'India stia tornando all'età di Manu Smriti, quando i dalit erano trattati peggio degli schiavi”: è quanto dice a Fides l'Arcivescovo. Le “leggi di Manu”, è uno dei trattati hindu di diritto – risalente all’anno 100 dopo Cristo – che raccolgono le regole del vivere umano basate su testi sacri dell'induismo. I “paria” o “dalit” (erroneamente chiamati “intoccabili” in Occidente, ma la cui traduzione corretta è “oppressi”, ndr) sono i “fuoricasta” o – 5ª casta – nel sistema sociale e religioso induista, che include anche i tribali.
Casi di cronaca
“I media hanno riferito recentemente che un uomo dalit di 21 anni è stato picchiato a morte presumibilmente da un gruppo di uomini appartenenti a una casta superiore nel distretto di Anand, in Gujarat. Secondo le notizie, è stato ucciso solo per motivi di casta”, spiega mons. Menamparampil. Nel luglio del 2016, ricorda ancora l'arcivescovo, 4 dalit sono stati legati a una macchina e frustati per la presunta uccisione di una vacca, mentre stavano solo rimuovendone la carcassa.
La legge
Le cronache riportano molti più casi di “incidenti” e punizioni inflitte ai dalit, nonostante questi vengano protetti dalla legislazione.
A livello giuridico, infatti, l'articolo 15 della Costituzione indiana (entrata in vigore nel 1950) proibisce le discriminazioni di casta e l'articolo 17 della Costituzione abolisce formalmente l'intoccabilità. Ciò nonostante, il problema non è stato eliminato completamente: grandi masse di “paria” continuano a vivere ai margini della società popolando le baraccopoli nei quartieri poveri delle città, compiendo i lavori più umili (quali ad esempio la pulizia delle strade) o mendicando.
La politica di Modi e del Bjp
“Durante le elezioni di Lok Sabha del 2014 – spiega mons. Menamparampil su Fides – il primo ministro Narendra Modi aveva parlato del modello di sviluppo del Gujarat come ideale. Le atrocità compiute sui dalit in Gujarat ribadiscono che qualcosa è fondamentalmente sbagliato nel modello sociale del Gujarat. Il governo del Gujarat non è riuscito a fermare la discriminazione nei confronti dei dalit e gli attacchi su innocenti continuano”, rileva mons. Menamparampil.
Recenti studi e indagini evidenziano infatti una diffusa discriminazione nei loro confronti specialmente nei distretti rurali. Il 3 ottobre scorso il quotidiano indiano “Times of India” riportava le cifre dei reati contro i dalit. “I casi di atrocità contro i fuori casta sono cresciuti drasticamente da 26.127 nel 2005 a 45.003 nel 2015. Gli analisti affermano che dopo la salita al potere centrale del Baratiya Janata Party (Bjp), le atrocità contro i dalit sono cresciute”.
Strategie controverse
Secondo l’Arcivescovo emerito di Shillong, “il Bjp ha adottato diverse strategie per catturare i voti dei dalit, ma d’altro canto le organizzazioni estremiste indù che fiancheggiano quel partito, come il Sangh Parivar e Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss), non hanno cambiato mentalità e glorificano l’era di Manu Smriti” che ha pratiche discriminatorie e perfino derisorie verso i dalit.
“Gruppi come il Sangh Parivar vorrebbero reintrodurre le Leggi di Manu nell’India odierna, o tenere dalit e tribali nella nazione senza dare loro pari dignità, diritti e libertà”, spiega a Fides p. Suresh Mathew, Ofm, frate francescano indiano, sull'Organo di informazione delle Pontificie Opere Missionarie. E conclude: “Finché resta al potere un governo influenzato e guidato dall'ideologia dell'Hindutva e da Manu Smriti, le discriminazioni e le violenze sui dalit sono destinate ad aumentare. La nuova generazione di leader dei dalit deve lavorare congiuntamente con le forze secolari per impedire la deriva della società indiana verso Manu Smriti”.