Incastonati in un limbo infernale, tra il fuoco incrociato delle due fazioni in lotta nel Sudan del Sud, i rifugiati del campo profughi di Mba Kandu piombano nel terrore dopo gli ultimi episodi di violenza subiti da parte di alcuni miliziani, lanciando un disperato grido d’aiuto.
Una situazione precaria quella del giovane Stato africano, nato per via referendaria solo nel 2011 e da allora teatro di un conflitto perenne tra le fazione filogovernativa dei Dinka, che comprende la maggioranza etnica del Paese, e quella ribelle dei Nuer, entrambe con mire sui giacimenti petroliferi del Sudan settentrionale.
A farne le spese, una popolazione tra le più povere di tutta l’Africa, con tassi vertiginosi di denutrizione e analfabetismo, e un gruppo di minoranze etniche esposte alla mercé di incursioni e atti di predazione, incontrastabili dalle scarse difese poste a presidio dei confini dei campi profughi.
Ed è in questo contesto che, attraverso la voce dell’agenzia Habeshia, nata nel 2006 come attività di volontariato per i richiedenti asilo e i rifugiati beneficiari di protezione umanitaria, le centinaia di profughi di diversa etnia presenti nel campo, posto sotto l’egida di Unhcr, fanno appello alla Comunità internazionale a fronte degli ultimi episodi di violenza verificatasi entro i propri confini, il più grave dei quali avvenuto solo pochi giorni fa. Dopo aver eliminato alcuni agenti della sicurezza, un gruppo di miliziani, appartenenti a una delle due fazioni, ha effettuato un raid che si è concluso con il saccheggio del campo e il rapimento di alcune ragazze, delle quali non si hanno più notizie da giorni, come riportato all’Agenzia da uno dei rifugiati.
I principali motivi di timore a Mba Kandu erano stati finora legati alla posizione geografica del campo, allestito nelle vicinanze della piccola città di Yambiyo, lontanissimo dalla capitale Juba ma pericolosamente situato in punto strategico del conflitto, non distante dall’unica strada che porta al confine con la Repubblica Democratica del Congo. Ora le paure dei rifugiati sono decisamente più concrete e vicine.
L’appello dell’agenzia Habeshia va alla Comunità internazionale, all’Unhcr, al Segretariato generale delle Nazioni Unite e alle Cancellerie dei Paesi membri dell’Ue, affinché vengano garantiti, come specificato in un comunicato dell’agenzia, i diritti di protezione e il rispetto della neutralità del campo di Mba Kandu e degli altri luoghi di aggregazione dei rifugiati presenti sul territorio del Sudan del Sud.