Correva l'anno 2003 quando l'allora ministro della Salute, Girolamo Sirchia, firmò una legge destinata a suscitare ampie polemiche: la nuova norma proibiva di fumare all'interno di luoghi pubblici, compresi i ristoranti. Sembrava una rivoluzione che il popolo italiano, accanito fumatore, non avrebbe mai accettato. E invece, sedici anni dopo, il divieto di fumare in luoghi pubblici chiusi è una prassi diffusamente accettata. Chissà se tra qualche tempo accadrà lo stesso per quanto riguarda il fumo in spiaggia.
La battaglia del Codacons
Come riferisce l'Ansa, infatti, il Codacons intende presentare domani una diffida ai Prefetti perché il divieto di fumo sia effettivo nelle spiagge di tutta Italia. Dopo l'appello lanciato nelle settimane scorse al ministero dell'Ambiente, Sergio Costa, l'associazione di consumatori si dice pronta a una battaglia legale per chiedere ai prefetti di “ordinare alle amministrazioni comunali l'adozione di apposite ordinanze tese a stabilire divieti di fumo e di abbandono di prodotti da tabacco sulle spiagge di loro competenza“. Se non saranno adottate misure urgenti, il Codacons “denuncerà nei prossimi giorni i Comuni per concorso in inquinamento e in danneggiamento aggravato del patrimonio naturale”. L'associazione rileva che mentre “è alta l'attenzione sul fronte plastica”, sulla questione del fumo in spiaggia “la situazione attuale è a macchia di leopardo, e crea incertezze tra i cittadini e disparità di trattamento”. Se negli ultimi anni si sono moltiplicate le ordinanze comunali che vietano il fumo in spiaggia, “è innegabile – si legge nella nota – che non è stato fatto ancora abbastanza per tutelare la salute dei bagnanti dai rischi connessi al fumo e per difendere l'ambiente”. Nella maggior parte delle spiagge italiane, osserva il Codacons, “non vige alcun divieto”.