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Il Senato frena la battaglia di Trump contro l'aborto

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Sul tema della difesa della vita nascente arriva uno stop a Donald Trump. Il Senato, infatti, ha respinto il disegno di legge, fortemente voluto dal presidente statunitense, che prevedeva il divieto di abortire dopo la 20esima settimana di gestazione, a parte i casi di violenza sessuale, incesto o rischi per le condizioni di salute della madre. Sono stati 51 i voti a favore contro gli almeno 60 necessari per approvarlo, e 46 quelli contrari. Il testo era stato approvato dalla Camera nell'ottobre scorso.

Trump si era battuto in prima persona per questa legge. “Studi scientifici – aveva detto alla vigilia del voto – hanno dimostrato che i bambini nell’utero provano dolore alla ventesima settimana”, sottolineando che è necessario “difendere coloro che non si possono difendere. Chiedo al Senato di approvare la legge che celebra e protegge la vita“. In base agli studi scientifici citati dal presidente statunitense, già 17 Stati proibiscono l'aborto attorno alla ventesima settimana di gestazione.

Ora Trump auspica che il Senato possa tornare sui propri passi. “Dobbiamo difendere chi non può difendersi da solo – ha detto l'inquilino della Casa Bianca in una nota -. Chiedo al Senato di riconsiderare la sua decisione e approvare una legge che celebra, protegge e conserva la vita”. L'impegno “pro-life” di Trump è stato testimoniato lo scorso 19 gennaio: in occasione dell'annuale Marcia per la Vita di Washington, l'ex tycoon è intervenuto in diretta video per sostenere la manifestazione. E' stato il primo presidente degli Stati Uniti a farlo. “Stiamo proteggendo la santità della vita e della famiglia al centro della nostra società”, aveva detto. La bocciatura da parte del Senato al disegno di legge per limitare l'aborto rappresenta, forse il primo, un ostacolo a questi propositi.

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