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Il ricordo degli Ulma, “Giusti tra le nazioni”

Il primo novembre 2005 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito il Giorno della Memoria per commemorare le vittime dell'Olocausto. La data della celebrazione non è casuale: il 27 gennaio è il giorno della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau nel 1945. Il Giorno della Memoria che viene consacrato ai milioni delle vittime ebree della follia nazista è anche una buona occasione per ricordare tutti coloro che nei tempi terribili della guerra si prodigavano per aiutare gli ebrei. Per indicare quelle persone che in modo eroico, a rischio della propria vita, salvarono anche un solo ebreo dalla Shoah si usa il termine “Giusti tra le Nazioni”.

La storia degli Ulma

Dal 1962 il Memoriale Yad Vashem conferisce in modo ufficiale tali titoli a tutti i non ebrei riconosciuti come “Giusti”. Al primo gennaio 2018 i “Giusti” riconosciuti sono stati 26.973 di cui 6.706 polacchi. Durante l’occupazione nazista della Polonia circa 1milione di polacchi in vario modo aiutavano degli ebrei malgrado il grandissimo rischio che correvano. La Polonia fu l’unico Paese dove l’occupante tedesco introdusse una legge draconiana: qualsiasi tipo di aiuto agli ebrei veniva punito con la pena di morte. Ma malgrado tutto i polacchi sono riusciti a portare aiuto e salvare più di 100mila ebrei. Tra i “Giusti” polacchi c’è la famiglia Ulma. Nella loro piccola casa nel villaggio di Markowa, nel sud-est della Polonia, trovarono rifugio otto ebrei. Purtroppo, i gendarmi tedeschi lo scoprirono e organizzarono una spedizione punitiva. All’alba del 24 marzo entrarono nella fattoria degli Ulma, fucilarono otto ebrei e l’intera famiglia Ulma, Jozef e Wittoria con sei bambini (il settimo nel grembo materno). Gli Ulma sono stati dichiarati dal comitato ebraico i “Giusti tra le nazioni”; la Chiesa cattolica, tenendo conto del loro fervore religioso e del gesto estremo motivato dall’amore cristiano verso il prossimo, ha cominciato il processo di beatificazione.

L'evento a Forlì

Per ricordare l’eroica famiglia Ulma, proprio nell’ambito delle celebrazioni del Giorno della Memoria, le autorità comunali di Forlì, la Curia e il Gruppo di Preghiera di MontePaolo hanno preso una lodevole iniziativa di ricordare “i Giusti” Ulma. Il 27 gennaio alle ore 18.00 nella storica Basilica di san Mercuriale in piazza Saffi ha tenuto una conferenza don Witold Burda, sacerdote polacco dall’arcidiocesi di Przemyśl dove si trova il villaggio di Markowa, postulatore nel processo di beatificazione della famiglia dei martiri. Don Burda ha illustrato la sua testimonianza con delle fotografie d’archivio scattate dallo stesso Józef Ulma, che era un appassionato fotografo. Gli onori di casa li ha svolti l’abate di san Mercuriale, don Enrico Casadio, invece la Curia Forlì è stata rappresentata da mons. Piero Fabbri, vicario generale, e mons. Dino Zatti, vicario generale emerito. Alla conferenza hanno partecipato, tra gli altri, i membri del dinamico Gruppo di Preghiera di MontePaolo con la sua carismatica fondatrice e presidente Luisa Corazza e Pier Luigi Consorti, i polacchi residenti a Forlì e nelle vicinanze e rappresentante del Comune di Forlì. La cerimonia è stata patrocinata dell'Ambasciata polacca presso la Santa Sede e il Consolato Generale polacco in Milano. È scritto nel Talmud di Babilonia: “Chi salva una vita salva il mondo intero”. Nel Giorno della Memoria è doveroso e necessario ricordare le persone che, come gli Ulma, tentavano di salvare le vite del prossimo, anche a rischio della propria.

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