E'l’addetto alla custodia e alla vigilanza dell'ingresso di edifici privati e pubblici. Sempre più raro però trovare un portiere di caseggiato. “Per servizio di portierato si intende l'insieme delle attività e delle mansioni svolte dal portiere condominiale, figura professionale che, nonostante esista da molto tempo, è in grado di rappresentare ancora oggi una valida soluzione lavorativa in tempi di crisi come quelli che stiamo vivendo – specifica Lavoro e Finanza -. Si tratta di un mestiere che, se da un lato non richiede il possesso di particolari titoli o requisiti scolastici, dall'altro prevede lo svolgimento di un numero piuttosto elevato di compiti e pertanto necessita di essere affrontato con grande dedizione e pazienza, anche al fine di mantenere un clima di armonia con i restanti membri del condominio”. Adesso il portierato diventa di quartiere.
Economia locale
Offrono servizi ai cittadini, aiutano a risolvere le incombenze quotidiane, diventano punti di riferimento. E a Milano, riferisce il Sole 24 Ore, sbarcano nei mercati coperti. Racconta il quotidiano della Confindustria: “Madame Michel, la portinaia di Rue de Grenelle uscita dalla penna di Muriel Barbery, che leggeva Marx con “l’eleganza di un riccio”, avrebbe il phisique du rôle per diventare una “Lulu”. I collaboratori di “Lulu dans ma rue”, il primo portierato di quartiere, fondato a Parigi da Charles Edouard Vincent con il sostegno del Comune, sono come lei: fidati, discreti e preziosi. I sette chioschi pionieri sono nati per rivitalizzare l’economia locale e le relazioni di vicinato, così come si prefigge ora il progetto pilota varato dal Comune di Milano: portare le portinerie di quartiere nei mercati coperti per riconnettere anonimi punti vendita con il territorio, trasformandoli in contenitori di idee e servizi a disposizione dei cittadini”. Parigi ha cominciato dal centro cittadino (con il Kiosque Saint Paul nel Marais), Milano dalle periferie, sottolinea il Sole 24 Ore.
Conciergerie condivise
La prima sperimentazione è “Made in Corvetto”, al Mercato di Piazza Ferrara, dove due stalli vuoti già assegnati verranno attrezzati per ospitare la portineria, il book crossing e la bacheca di quartiere. Gli stalli liberi, in altri nove mercati, saranno aggiudicati entro ottobre con un bando per operatori del commercio, associazioni e startup sociali. “Se nelle residenze di lusso le conciergerie sono spesso sostituite dalle delivery room e i portinai da maggiordomi multitasking, nella maggior parte dei condomini esse costituiscono una spesa sempre meno sostenibile (a Milano i custodi sono passati in 30 anni da 16mila a seimila)- ricostruisce Silvia Gandolfo-. In Europa si stanno sviluppando esperienze differenti con un obiettivo comune: risolvere incombenze quotidiane a costi modici. Non solo ritirare pacchi o bagnare le piante quando i proprietari sono in vacanza, ma anche consegnare la spesa a domicilio, far compagnia a un anziano, custodire chiavi, dar da mangiare al gatto. A Tolosa la Conciergerie Allô Bernard ha modulato i suoi servizi per target: abitanti, imprese e pensionati”.
Soluzioni pratiche
Casi analoghi si diffondono anche nel nostro Paese, da Sud a Nord, documenta il Sole 24 Ore. A Bari e a Milano, Caffè Portineria, Portineria 21, Portineria 14 e Hug hanno scelto la formula bar, mentre la scommessa di Cocodé a Novara è stata di inserire l’iniziativa all’interno di un centro commerciale, un tempo “non luogo” e oggi luogo di aggregazione. Infine, ci sono i contenitori creati sui social network, come Il Portiere di Quartiere di Roma: “Un vero portierato a cui le persone possono rivolgersi per risolvere i problemi pratici di ogni giorno”, si legge sulla pagina Facebook. “Sono tutti centri di servizio e di raccolta con un valore sociale”, racconta al magazine IL, edito dagli industriali italiani, Marta Maineri, esperta di sharing economy e fondatrice di Collaboriamo. “Possono mischiare più aspetti, dal coworking ad alimenti e bevande, ma in genere favoriscono l’ibridazione di spazi commerciali intorno a cui nascono piccole comunità”.