Ennesimo caso di intolleranza religiosa contro le ong cristiane in India. Compassion International (Ci) – una organizzazione senza fini di lucro cristiana – chiuderà infatti i battenti in India il prossimo 15 marzo. Entro tale data, tutti i 589 centri che operano sul territorio dovranno essere chiusi e i suoi dipendenti perderanno il lavoro. Ciò che è più grave è che a migliaia di bambini poveri sarà negata l’unica opportunità di un futuro migliore. Ad oggi, già 15mila minori che ricevevano aiuti sono rimasti senza sostegno.
La chiusura di Ci è stata confermata il Ministero indiano per lo sviluppo dei minori, che così ha risolto la difficile contesa in corso da vari mesi tra l’associazione caritativa americana e il governo nazionalista indù di Narendra Modi. L’organizzazione è stata accusata di utilizzare i fondi provenienti dall’estero per attuare conversioni al cristianesimo, accusa che però la dirigenza ha sempre respinto spiegando che il proprio operato è relativo alla sola assistenza materiale di poveri e disagiati. Il 76% dei beneficiari, infatti, sono bambini indù.
La Ong lotta da 48 anni per rompere il ciclo della povertà in India ma ora, con la dubbia decisione del Governo, oltre 145mila bambini poveri non riceveranno più aiuti in campo educativo, sanitario e alimentare. “Mi sento frustrato”, ha commentato a caldo Santiago Mellado, l’amministratore delegato di Compassion International, la più importante donatrice del Paese con 45 milioni di dollari trasferiti ogni anno ai centri locali. L’Ong – che opera in altri 24 Paesi poveri del mondo – si avvale dell’appoggio di 7mila chiese e fornisce aiuti a quasi due milioni di bambini. “Alcune cose eroiche stanno avvenendo in India. Circa il 40% delle chiese locali con cui collaboravamo sta ancora lavorando in favore dei bambini, nonostante non ricevano più il nostro sostegno finanziario”, commenta l’Ad.
Da quando nel 2014 si è insediato il governo di Modi, c’è stato un giro di vite delle autorità di Delhi su tutte le Ong che ricevono fondi dall’estero: in meno di tre anni, riporta Asia News, sono state sospese le licenze ad almeno 11mila associazioni, accusate di svolgere attività “dannose per l’interesse nazionale”. “La Chiesa non andrà via – conclude però Mellado – Essa era lì prima di noi, e vi rimarrà anche dopo di noi”.