Le donne giapponesi sono sempre più sole: si tratta, però, di libera scelta. Nell'ultimo decennio, infatti, sempre più nipponiche decidono di non sposarsi. Una conquista di civiltà, a detta loro, che non può che ripercuotersi sulla società di un Paese che rasenta il minimo storico di nascite. Come dimostra un'inchiesta condotta dal quotidiano statunitense The New York Times, molte di loro non si sposano perché non vogliono essere relegati ai lavori domestici. A pesare, tuttavia, non è l'attività di per sé, quanto le implicazioni socio-culturali: sebbene negli ultimi anni sia aumentata notevolmente la presenza di donne in carriera, per la cultura del Giappone il lavoro in una donna è ritenuta un'alternativa alla vita matrimoniale: laddove questo non è possibile, mogli e madri sono destinate a sopportare la maggior parte del peso delle faccende domestiche, come la cura dei bambini e l'assistenza ai parenti canuti, e questo soffoca le loro ambizioni professionali. “Amo il mio lavoro, voglio essere libera” ha detto una vignettista di Tokyo, Kayoko Masuda, alla reporter.
Spazi per sole donne
Non è, dunque, inusuale imbattersi in fenomeni singolari nel Vecchio Continente, come le auto-dichiarazioni di matrimonio. La corrispondente a Tokyo per il The New York Times, Motoko Rich, riporta la testimonianza di una giovane donna di 31 anni, Sanae Hanaoka, nota per aver fatto una dichiarazione d'amore per se stessa in pubblico. Il cambiamento sociale avviato da quest'onda di giovani donne single è così sorprendente che un numero sempre più crescente di aziende si sta rivolgendo a questo target di single, proponendo loro servizi ed intrattenimenti specifici. È il caso dei locali di karaoke, da sempre una passione dei giapponesi, che hanno un'area riservata esclusivamente a donne sole. Lo stesso vale per ristoranti su misura per single o agenzie che affittano case ad hoc. L'ultima frontiera è rappresentata dai servizi fotografici in cui viene allestito un set nuziale in cui unica protagonista è la donna che veste in tradizionale abito da sposa, ma senza un consorte al suo fianco.
Un set fotografico nuziale per una donna single – Foto © Andrea DiCenzo per The New York Times
Donne e carriera
Il fenomeno è la manifestazione di un contesto molto più articolato. In Giappone, sulle donne da sempre pesa uno stigma legato all'aspettativa sociale. Fino a non poco tempo fa, la donne giapponesi che restavano single dopo i 25 anni erano apostrofate come “torte di Natale”: un insulto, che le comparava ai dolci buoni soltanto per il periodo natalizio. Con il tempo questo stigma è diventato insostenibile per molte di loro, che hanno ribaltato il punto di vista sui presunti vantaggi che avrebbe lo status di single per molte di loro. E così, stanche di sopportare il senso di colpa, si sono concentrate sul lavoro e sulla presunta libertà che da esso ne deriva. Come riporta il The New York Times, fino alla metà degli anni Novanta, solo una donna su venti non era sposata. Oggi, invece, una donna su cinque dichiara di non essere sposata né di pensare a farlo. Se si restringe il campo alle donne con un'età compresa tra 35 e 39 anni, la percentuale si alza notevolmente con un quarto di donne mai sposate: un cifra alta, rispetto al 10% del 1999.
Donne a bordo di una metro in Giappone – Foto © Andrea DiCenzo per The New York Times
Sempre meno coppie
Nel 2018, il Giappone ha toccato il minimo storico di matrimoni dalla fine della Seconda Guerra mondiale. Come reso noto dalle stime stilata dal governo, si è trattato del sesto anno consecutivo in cui i matrimoni nel Paese registrano un trend negativo: era dal 1899 che non is regristava un numero di nascite così basso. Per i governi locali, è necessario che lo Stato incoraggi il matrimonio e l'incremento demografico non solo attraverso campagne di sensibilizzazione, ma la riforma del contesto sociale attuale. Come denuncia Mari Miura, docente di Scienze politiche alla Sophia University di Tokyo, il matrimonio in Giappone non è più considerato un traguardo sociale: “Quando due si sposano, devono rinunciare a tante cose […], a libertà e indipendenza” ha dichiarato al The New York Times. Le donne devono sopportare l'onere gravoso di un doppio lavoro e non è facile per loro trovare un partner che le aiuti nella suddivisione dei lavori domestici. Davanti a uno scenario che, quasi spesso, richiede un enorme sacrificio, le donne preferiscono rinunciare al marito ed optare per una sicurezza economica anche se destinata a non essere condivisa.