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Il Congresso delle Famiglie inizia col botto

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Finita la fase previa delle polemiche che hanno accompagnato l’evento, finalmente si inizia. A Verona, nel cuore di uno dei tanti stupendi scrigni dell’Italia medievale (e moderna), è partito con puntualità il Congresso Mondiale delle Famiglie. Nel Palazzo del Gran Guardia della città scaligera c’è una vera e propria ressa di giornalisti e ospiti provenienti da ogni parte del mondo, con la zona circostante sorvegliata a vista dalle forze dell'ordine.

Le parole dei promotori

Incalzato dalla stampa sui gradoni d’ingresso del Palazzo, Massimo Gandolfini, presidente del Family Day e tra gli artefici del Congresso, ci tiene a rimarcare l'impronta propositiva: “Si tratta di un evento a favore della famiglia, delle politiche per incentivare la natalità e per sostenere chi si assume la responsabilità di fare figli”, appiana così le polemiche il neurochirurgo bresciano. Ma aggiunge anche: “Siamo qui anche per dire dei no: all’utero in affitto, che è una pratica che sfrutta le donne e priva il bambino del rapporto con sua madre, alle adozioni omosessuali, perché priva i figli di avere una madre e un padre, e al tentativo di proibire la libertà di parola”. Quest’ultimo riferimento di Gandolfini, evidentemente, è all’ondata di livore che si è riversata sul Congresso da parte di ambienti del femminismo radicale, della sinistra e neo-liberisti. L'altro promotore dell'evento, il presidente di ProVita onlus Toni Brandi, ha aperto il Congresso con un intervento appassionato: “Invito tutti i politici a pensare a ciò che è giusto, non ciò che conviene”. Secondo Brandi è necessario, per lo sviluppo della società, che “la protezione della famiglia naturale diventi la priorità” dei governanti.


Toni Brandi

Mons. Zenti: “Non prestare il tallone d'Achille a polemiche”

La necessità per un figlio di avere una madre e un padre è stato ribadito, nel suo intervento, anche da mons. Giuseppe Zenti, vescovo di Verona, che ha portato i suoi saluti all’inizio della kermesse. Quella formata da due genitori di sesso opposto e dai figli è “la famiglia come risulta dal disegno di Dio – ha chiarito il presule -, non è né tradizionale né progressista”, convezioni, queste, di carattere “storicistico”. La famiglia, piuttosto, “è naturale, non confessionale, è la forma di società civile più accreditata e più avanzata”, in quanto “è la più autentica, culla della vita e generatrice di civiltà, scuola autorevole di educazione ai valori civili”. Si tratta, dunque, prosegue nella sua elegia il vescovo di Verona, di “un baluardo per la salute civile della società”. Zenti ricorda che “senza famiglia, la società non ha futuro”. Importanza della famiglia che riecheggia nell’intero magistero della Chiesa cattolica, ribadito – ha evidenziato il vescovo – da Papa Francesco nell’esortazione apostolica Amoris Laetitia e nel discorso che ha fatto a Loreto nel corso di un suo recente viaggio apostolico. Infine, l’invito del vescovo è a non cedere a provocazioni: “Auspico che questo Congresso sappia mantenersi di alto profilo, senza prestare il tallone d’Achille a chi altro non aspetta che motivi di accesa polemica”.


Mons. Giuseppe Zenti

Sboarina: “Oscurantista chi proibisce le idee altrui”

L'inizio del Congresso è stato salutato anche dalle istituzioni. Dal consigliere comunale di Verona, Alberto Zelger, tra i più attivi promotori dell'evento, dal presidente della provincia, Manuel Scalzotto, e dal sindaco della città, Federico Sboarina. Il primo cittadino ha sottolineato che l'idea di organizzare il Congresso nasce dall'art. 29 della Costituzione, che afferma che la famiglia è “una società naturale fondata sul matrimonio. Pertanto – le sue parole – “discutere, dare delle indicazioni, provare a trovare soluzioni alle difficoltà economiche di molte famiglia italiane è fondamentale. Sboarina ha poi aggiunto: “Nella città di Verona chiunque ha diritto a esprimere le proprie idee, a confrontarsi. E nessuno ha il diritto di intimorire chi legittimamente vuole esprimere le proprie idee sulla famiglia naturale. Ho sentito accusare Verona di essere oscurantisca, chi è oscurantista è chi vuole impedire a qualcuno di esprimere il proprio pensiero”. Una lezione di democrazia. Che ha raccolto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. Quest'ultimo si è complimentato con gli organizzatori del Congresso per aver respinto con argomentazioni solide le fake-news su alcuni partecipanti alla tre giorni veronese. La “campagna di criminalizzazione” nei confronti del Congresso è stata denunciata da Giuseppe Cruciani, giornalista e conduttore radiofonico di Radio24, presente a sorpresa. Di estrazione radicale e dunque di idee opposte a quelle degli organizzatori, si è scagliato contro il “politicamente corretto” che è “democratico a corrente alternata”. Cruciani si è congedato con un eloquente “evviva la libertà!”.


Giuseppe Cruciani

Federico Cenci: