Il ministro dell'Economia,Ā Roberto GualtieriĀ difende laĀ plastic taxĀ (tassa sulla plastica e imballaggi), assicurando perĆ² di esserĀ pronto al dibattitoĀ per modulare ed anche perĀ “sostenere ed incentivare”Ā l'utilizzo diĀ materiali biodegradabili. “Dobbiamo ridurre l'utilizzo della plastica monouso, ĆØ evidente a tuttiĀ Ā dichiara al Tg3- e non possiamo prima applaudire i giovani che scendono in piazza per chiedere un ambiente migliore e poi non agire di conseguenza”.
Calo dei costi di produzione
I dati sui rifiuti di plastica pro capite sono allarmanti. “Ogni 5 giorni, un italiano produce in media 1 chilogrammo di rifiuti plastici- riferisce Green Planner Magazine-. Tanta, troppa roba soprattutto a fronte del fatto che su scala europea il 40% della plastica viene persa e non avviata al ricicloā. Questi dati allarmanti sono firmati dal Wwf che avvisa che ānei prossimi 15 anni la produzione di rifiuti plastici potrebbe aumentare del 41% a causa dellāaccelerazione della produzione di materie plastiche dovute al calo dei costi di produzioneā.
Effetto Cina
Il recente bando cinese alle importazioni di rifiuti plastici farĆ sƬ che, dal 2030, 111 milioni di tonnellate di rifiuti plastici dovranno essere ridistribuiti a livello globale. Si aggiunga che, se non vengono invertiti i trend attuali, da oggi al 2030 rischiamo che aumentino del 50% le emissioni di anidride carbonica dovute alla plastica e triplichino quelle derivanti dal suo incenerimento. āI numeri sulla produzione pro capite di plastica sono impressionanti e li riassume il report ResponsabilitĆ e rendicontazione, le chiavi per risolvere lāinquinamento da plasticaĀ prodotto dal Wwf: 396 milioni le tonnellate di plastica vergine che vengono prodotte su scala globale ogni anno, circa 100 milioni di tonnellate (pari a un terzo dei rifiuti plastici prodotti, che ammontano a 310 milioni di tonnellate) sono quelle che vengono disperse in natura al mondo per colpa della scorretta gestione della filiera della plastica (dalla produzione, al consumo, al riciclaggio, allo smaltimento)ā, evidenzia Green Planner Magazine.
Scenari inquietanti
Se il contesto, rimarrĆ immutato entro il 2030 lāinquinamento da plastica raddoppierĆ rispetto allāattuale e gli oceani saranno gli habitat piĆ¹ colpiti poichĆ© oggi ĆØ piĆ¹ economico scaricare la plastica in natura piuttosto che gestirla efficacemente fino a fine vita. E poi ci sono i costi nascosti che pesano sui bilanci nazionali comunque: sono le esternalitĆ ambientali, i costi per le comunitĆ umane e per gli ecosistemi che ammontano a 8 miliardi di dollari (coinvolte attivitĆ come la pesca, il commercio marittimo, il turismo e gli ecosistemi marini). āLāattuale modo di produrre, utilizzare e smaltire la plastica ĆØ fallato. In questo sistema non vi sono responsabilitĆ e rendicontazione: lāunica certezza ĆØ che enormi quantitĆ di plastica finiscono in natura. Siamo nel bel mezzo di una crisi dovuta allāinquinamento da plasticaā, avverte Marco Lambertini, direttore generale del Wwf Internazionale. E aggiunge: āQuesto materiale di per sĆ© non ĆØ cattivo, nonostante ciĆ² sono evidenti i danni alla vita marina e solo oggi stiamo iniziando a capire gli effetti sulla salute umana. Questa crisi la possiamo superare se ognuno saprĆ dare conto di come usa la plastica. Dobbiamo assumerci le nostre responsabilitĆ condivise lungo tutta la filiera della plastica intervenendo in tutte le fasi, dalla progettazione al fine vita dei beni di consumoā. Il nodo sono le soluzioni per ridurre i rifiuti di plastica pro capite.
La gestione dei rifiuti
Le soluzioni per risolvere il problema ci sono: riduzione alla raccolta, riciclo e sviluppo di alternative. Le proiezioni dicono che con un approccio piĆ¹ sistemico lungo tutto il ciclo di vita della plastica, si potrebbero ridurre del 57% i rifiuti plastici (pari a 188 milioni di tonnellate di plastica in meno). āMa la politica pone come data il 2030- puntualizza Green Planner Magazine. Troppo tempo. Vero ĆØ che entro il 2021 ĆØ al bando della plastica monouso (quella che vive meno di 1 anno): questa azione potrĆ ridurre la domanda di plastica del 40%. E si arriverebbe, sempre secondo le proiezioni del Wwf, a ridurre il carico di plastica nei rifiuti del 57%ā. Questo, unito a una crescita di plastica riciclata, potrebbe abbattere della metĆ la produzione di plastica vergine. Inoltre, migliorare la gestione dei rifiuti e incrementare il riutilizzo, creerebbe unāeconomia della plastica priva di forme di inquinamento capace di creare oltre 1 milione di posti di lavoro nella filiera del riciclo e della rilavorazione.
Il monito di papa Francesco
IlĀ VaticanoĀ ha messo al bando laĀ plastica monouso. In linea con quelli che sono i contenuti dellāenciclica Laudato si'Ā scritta daĀ Papa Francesco, anche la Santa Sede Ā BergoglioĀ punta con decisione, a partire dal 2020, sulla raccolta differenziata e su materiali piĆ¹ sostenibili per quella che ĆØ stata definita dal Pontefice āla casa comuneā, ovvero la Terra. āA cambiare sarĆ lāintero sistema diĀ raccolta differenziataĀ del Vaticanoā, puntualizza GreenStyle, citandoĀ Rafael Ignacio Tornini, responsabile Servizio Giardini e Nettezza Urbana del Vaticano. Oltre alla messa al bando della plastica monouso verranno posti ulteriori e piĆ¹ ambiziosi obiettivi in termini di gestione dei rifiuti. āLo Stato governato da Papa Francesco intende passare in tre anni dallāattuale 55% di differenziata al 75%- osserva GreenStyle- Un traguardo che verrĆ centrato anche grazie ai lavori di ristrutturazione (svolti nel 2018) che hanno interessato lāisola ecologica realizzata nel 2016ā.Ā Secondo quanto riferito da Tornini il Vaticano ĆØ ormai in grado di gestire ācirca 85 codici Cerā, i codici diĀ rifiutiĀ europei: in tal senso lāindifferenziato ammonta, spiega il responsabile Servizio Giardini e Nettezza Urbana, al 2% mentre il 98% ĆØ differenziato. Lāobiettivo 2020 ĆØ arrivare al 100%.Ā Il meccanismo di raccolta avviene tramite cassonetto, ancora indietro il porta a porta, mentre ĆØ giĆ stata attiva laĀ raccolta differenziata dellāumido. Questāultimo viene utilizzato anche in attivitĆ rivolte allāeconomia circolare come ad esempio la produzione diĀ compostĀ (da utilizzare nei Giardini Vaticani o a Castel Gandolfo). Il resto dello smaltimento avviene in Italia.