Greta Thunberg è “Persona dell'Anno” per il Time. La sedicenne svedese ha conquistato la copertina che il magazine statunitense dedica alla persona che ha maggiormente inciso nell'anno. Così la giovane attivista, motore del movimento globale Fridays For Future, è stata scelta come forza della gioventù, come suggerisce lo slogan inserito accanto al suo profilo.
La copertina
Greta è ritratta in piedi, mentre scruta un punto al di fuori della fotografia. Alla sua sinistra, un'onda s'infrange sulle rocce: un chiaro riferimento ai cambiamenti climatici, al centro delle preoccupazioni della giovane e l'inizio del suo “Sciopero per il Clima”, reiterato in seguito nei “Venerdì per il Futuro”. In questi giorni, la ragazza svedese sta partecipando alla Cop25 di Madrid, il vertice che riunisce tutti gli Stati per affrontare il problema del cambiamento climatico e ridurre drasticamente le emissioni. Nel discorso tenuto questa mattina, Greta ha ribadito l'importanza di agire subito per salvaguardare il pianeta. “Fino a un anno e mezzo fa non parlavo con nessuno. Poi ho trovato un buon motivo per farlo” ha dichiarato la giovane oggi in una sala gremita di giovanissimi: “Oggi qui a Cop25 non voglio farlo, non voglio spaventarvi. Abbiamo bisogno di ottimismo” ha aggiunto, in risposta a chi taccia i suoi discorsi di catastrofismo.
La copertina del numero di dicembre del Time che ritrae Greta Thunberg – Foto © Time
La sfida verde di Von der Leyen
Ha parlato di “nuova strategia per la crescita” europea la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha illustrato all'Europarlamento l'European Green Deal, il nuovo piano per l'ambiente dell'Unione Europea. Le misure toccheranno l'industria, l'agricoltura, il commercio e i trasporti fra i vari temi lambiti dal nuovo, ambizioso programma, che costerà 260 miliardi di euro all'anno con investimenti per un totale di 1.000 miliardi di euro all'anno. L'agenda non mette d'accordo tutti i Ventisette, soprattutto i Paesi dell'Europa orientale, ancora dipendenti dal carbone. Fra 12 e 12 dicembre si terranno le discussioni a Bruxelles: allora si vedrà quali Paesi sono pronti a versare parte dei loro fondi nel Just Transition Fund, il fondo che negli anni dovrebbe permettere la transizione a un'Europa a zero emissioni.