Per la prima volta, negli ultimi 120 anni, il Giappone deve fare i conti con il calo delle nascite dei bambini. Infatti, il 2019 è stato l'anno, nell'ultimo secolo in cui si sono registrate meno nascite, dall'inizio delle statistiche. In questo anno sono nati meno di 900mila bambini, segnando il maggior declino di sempre della popolazione.
I dati
In base a quanto riferitodal ministero della Salute e del welfare nipponico, nel 2019 i nuovi nati sono stati stimati a quota 864 mila, in calo di 54mila unità rispetto all'anno precedente. I decessi, invece, si assestano ai massimi dal dopoguerra con un milione e 376mila persone.
Le conseguenze
Per il 13esimo anno consevutivo il Paese deve fare i conti con il progressivo calo della natalità. Questo, si prevede, avrà ripercussioni sul sistema pensionistico, sulla copertura sanitaria e il livello di assistenza infermieristico. Il governo conservatore, guidato dal premier Shinzo Abe, ha come obiettivo l'innalzamento del tasso di fertilità dall'attuale 1,42 per ogni donna a 1,8 entro il 2025, attraverso l'introduzione di fondi di assistenza alle nuove madri, e facilitando gli accessi agli asili nido. Il numero di bambini nati in Giappone, pari a 1.247.000 nel 1989, è sceso del 30% negli ultimi 30 anni. Di pari passo diminuisce il numero dei matrimoni nel 2019, al livello minimo del dopoguerra, a quota 583mila. Il tasso di fertilità delle donne giapponesi è previsto rimanere inferiore alla soglia minima di 2.07 considerata necessaria a garantire il ricambio generazionale.