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Fontana: “No al riconoscimento di figli di coppie gay”

No al riconoscimento delle coppie omosessuali, opposizione ferma all'utero in affitto (anche quando avviene all'estero), ma anche impegno per favorire la conciliazione maternità-lavoro, sostegno alle famiglie, riordino delle normative sui disabili che porti a un “Codice della disabilità”. Sono alcuni paletti fissati dal ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana, in un'audizione che ha tenuto oggi alla commissione per gli Affari sociali.

Governo contro l'utero in affitto

Già ai tempi della nomina, ad inizio giugno, sulla figura del ministro Fontana si accesero i riflettori mediatici in quanto affermò che la famiglia è solo quella composta da un uomo e una donna. Oggi il tema torna d'attualità. “Rilevo come l'attuale assetto del diritto di famiglia – ha detto in audizione – non possa non tenere in conto di cosa sta accadendo in questi ultimi mesi in materia di riconoscimento della genitorialità, ai fini dell'iscrizione dei registri dello stato civile di bambini concepiti all'estero da parte di coppie dello stesso sesso facendo ricorso a pratiche vietate dal nostro ordinamento e che tali dovrebbero rimanere“. Fontana fa riferimento al fatto che gli uomini che chiedono agli anagrafi di essere riconosciuti entrambi come genitori, hanno ottenuto i bambini con l'utero in affitto all'estero. Diversi sono stati negli ultimi mesi i Comuni italiani che hanno iscritto bambini come figli di genitori omosessuali, suscitando però polemiche. Generazione Famiglia e CitizenGo hanno presentato cinque esposti alle Procure della Repubblica contestando ai sindaci di compiere un “abuso del potere istituzionale amministrativo” a “fini politico-ideologici”. La battaglia è sostenuta da Simone Pillon, senatore leghista, che proprio oggi nel corso del question time ha chiesto al ministro dell'Interno, Matteo Salvini, quali misure intenda prendere “per garantire il pieno rispetto della normativa vigente in materia di trascrizione e iscrizione di atti di nascita da parte dei sindaci e degli ufficiali di stato civile” e “quali azioni intenda adottare per impedire la legittimazione ex post delle delittuose pratiche di 'utero in affitto' e di compravendita di gameti umani”. Chiara la risposta del ministro: “Finchè campo e finchè sono membro di questo governo, l’utero in affitto e i bambini in vendita non esisteranno in Italia come pratica, perché lede i diritti dei bambini, delle mamme e dei papà”.

Il plauso dell'associazionismo

La presa di posizione del ministro Salvini è stata accolta con favore da Jacopo Coghe (Generazione Famiglia) e Toni Brandi (ProVita Onlus). “Due mamme devono aver comprato il seme per farsi fecondare, due papà devono aver comprato ovuli e affittato l’utero di una donna per poter avere un bambino: si tratta di fattispecie di reato previste dall’art. 12 della legge 40 del 2004”, spiega Coghe. “Si tratta di pratiche commerciali che sviliscono come oggetti le donne e i bambini”, sottolinea Brandi. Generazione Famiglia e ProVita plaudono al ministro anche “per aver chiarito ancora una volta la posizione del Governo a difesa della famiglia naturale e dei valori che essa esprime, dagli attacchi che le sono rivolti da potenti lobby: queste usano sindaci e giudici per realizzare gli interessi economici che muovono le 'fabbriche di bambini' e per favorire la propaganda ideologica e nichilista che vorrebbe cancellare la realtà della natura umana: i bambini nascono da una mamma e un papà e hanno diritto di crescere con la mamma e il papà che li hanno generati“.

Indennità di maternità e congedo parentale

Nel corso dell'audizione, Fontana ha affrontato anche altri temi che tracciano la sua linea politica come ministro. Ha spiegato che intende rafforzare le misure già esistenti in materia di indennità di maternità, congedo parentale, congedo retribuito obbligatorio per il padre lavoratore. “Tutto ciò affinché la maternità non rappresenti più una ragione di discriminazione sui luoghi di lavoro”, ha detto. “Interventi mirati potranno anche essere adottati per l'estensione dell'Istituto del part-time alla fine della maternità, anche con riferimento al potenziamento dell'assegno di maternità di base per le madri disoccupate casalinghe che non beneficiano dell'indennità di maternità“. Sì anche agli accordi prematrimoniali: “Mi sembra che sia arrivato il tempo per dotarsi di una serie di discipline sull'accordo prematrimoniale che siano volte a ridurre i contrasti di tipo essenzialmente economico tra i genitori nella fase di dissolvimento del vincolo”. Infine Fontana ha dichiarato che “una volta definita la legge di bilancio per il 2019” intende lavorare a “un disegno di legge delega del Governo avente l'obiettivo di riordinare tutta la disciplina inerente ai temi della disabilità nelle loro diverse articolazioni, con il fine ultimo di redigere uno specifico Codice delle disabilità“.

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