E' in atto – sotto gli occhi di tutti – una rivoluzione tecnologica senza recedenti. Computer, smartphone, rapido accesso a social e acquisti online: sono le cosiddette ICT (Information & Communication Tecnologies). L’accelerazione con cui si stanno innestando in ogni anfratto dell’umano era e rimane inimmaginabile. Una rivoluzione pervasiva non solo dal punto di vista numerico (al mondo ci sono già più cellulari che persone) ma per la prima volta nella storia gli strumenti di cui si parla sono talmente connessi alle persone, ai loro gusti, alle attività quotidiane (più di metà della popolazione mondiale usa internet, e circa la metà del traffico web è indirizzato a smartphone), da fare in modo che la distinzione tra reale e virtuale abbia via via perso di significato.
Perfetti sconosciuti
Il Cisf – Centro Internazionale Studi Famiglia – attraverso i suoi “Rapporti sulla famiglia in Italia” da decenni segue con assiduità i fenomeni sociali più in auge e li legge con le lenti del “familiare”. “Quest’anno – racconta il direttore Francesco Belletti – il tema del Rapporto è arrivato sulle nostre scrivanie portato da tutti i media, cinema compreso. Basta pensare al successo di 'Perfetti sconosciuti', dove alcune coppie durante una cena decidono che i cellulari di ciascuno possono essere letti e visti da tutti, e i 'segreti digitali', una volta svelati, diventano una bomba per ogni persona. E soprattutto per la fiducia all’interno della coppia”. Ma ci sono anche delle storie “vere”, come quella che sempre Belletti riporta: “Due ragazzine all’oratorio stavano litigando ferocemente, però attraverso i cellulari, da una parte all’altra del campetto di calcio. Una volta messe una di fronte all’altra dagli educatori, che le avevano 'sgamate', senza lo schermo (la barriera, cioè) degli schermi digitali, non sapevano cosa dirsi, nemmeno come litigare. E sono rimaste in silenzio. Ecco, il tema del Rapporto meritava di essere scritto perché non vorremmo che le relazioni in famiglia o tra amici diventassero solo così”.
Strumenti che rafforzano o indeboliscono le famiglie?
La domanda da cui parte il rapporto è: tutti questi strumenti rafforzano o indeboliscono le famiglie? Detto con altre parole: influenzano i legami familiari in senso positivo (cioè migliorandoli sotto gli aspetti qualitativi e quantitativi), oppure in senso negativo (rendendoli più liquidi, volatili, superficiali, deboli)? Smarcandosi dalla solita sterile contrapposizione tra chi vede nelle nuove tecnologie l’origine di tutti i mali e chi ne usa e abusa senza riflessività, lo scopo della ricerca è – a partire dalla domanda sopra – dare qualche indicazione su come questi strumenti possano essere usati per fare più famiglia, per accrescere il capitale sociale anziché promuovere isolamento e frammentazione.
Reale e virtuale
La vita familiare – spiega il sociologo Donati, tra i curatori della ricerca – è un condensato di fisicità. Si vivono insieme gioie e dolori, ansie e sostegno, passioni e conflitti. Gli strumenti di cui ci stiamo occupando introducono dei fattori che definire “virtuali” è un po’ riduttivo. È forse virtuale la notizia di un voto del figlio che arriva su WhatsApp? O un cuoricino che si scambia una coppia? O un conflitto su una divergenza di vedute? O ancora il commento del partner visto su un social, sotto la foto di una potenziale rivale? Certo, sono situazioni veicolate attraverso una realtà “virtuale” che però hanno degli effetti molto reali nelle persone e nelle loro relazioni. Per questo Donati afferma che le relazioni virtuali hanno una loro innegabile realtà, che in famiglia oggi quello che si produce è un mix di reale e virtuale, e che le vera distinzione a questo punto è quella tra “digitale” e “corporeo”.
Oltre il semplice “Internet”
Non è facile inquadrare precisamente che cosa sta succedendo. Secondo Piermarco Aroldi – sempre nel Rapporto Cisf – il cambiamento in atto è frutto dell’intreccio di tre importanti rivoluzioni: la rivoluzione di internet, che da semplice rete di computer è diventato un “metamedium” capace di connettere e integrare differenti media digitali e allo stesso tempo creare uno spazio di comunicazione molti-a-molti, in cui ciascuno non è più solo un recettore di informazioni ma un creatore del mondo digitale in cui vive (si pensi a Facebook, o alla possibilità di commentare le notizie sui siti di informazione, o ancora il fatto che la pubblicità si adatta alle preferenze del singolo in base al suo comportamento in rete). La seconda importante rivoluzione riguarda il passaggio da cellulare a smartphone, cioè un nuovo apparecchio che è ormai diventato quasi un’appendice del corpo (e non solo per i giovani!), sempre individuabile, sempre attivabile, inseparabile. La terza è quella delle reti sociali che enfatizzano l’appartenenza a network digitali ampi e deboli a discapito delle relazioni di vicinanza fisica e appartenenza alle comunità locali.
Ombre e luci sulla famiglia italiana
La famiglia italiana sembra essere entrata in questa rivoluzione in modo abbastanza equilibrato e – a differenza di ciò che accade in altri paesi – limitare gli eccessi. Certo, ci sono le famiglie che resistono al cambiamento limitando al massimo l’esposizione ai nuovi media, e famiglie sovraesposte. In genere nelle famiglie i nuovi media ripropongono gli schemi e le qualità relazionali preesistenti. Nelle famiglie funzionali diventano funzionali ad una comunicazione più ricca e costante, e vengono affiancate alla comunicazione corporea, umana; nelle famiglie disfunzionali amplificano le criticità, il conflitto o l’isolamento. Un discorso a parte va fatto per i giovani, che da una parte crescono in uno stato di ibridazione con i nuovi strumenti, riuscendo a padroneggiarli in genere meglio degli adulti, ma proprio in quanto giovani e con una personalità non ancora completamente formata sono esposti alla falsa illusione di una iperconnessione che non potrà però mai essere una relazione. E il rischio che l’aspettativa delusa generi frustrazione e quindi porti ad un maggiore isolamento e uso esclusivo della tecnologia, è un aspetto su cui gli educatori si devono interrogare. Senza allarmismo, ma con attenzione, riflessione, azioni educative.
Tratto da Sempre