“Un disastro umanitario”. E’ la drammatica situazione in cui sono costrette a vivere le migliaia di persone che sono intrappolate a Falluja, letteralmente tra due fuochi: quello del sedicente stato islamico e quello dell’esercito regolare che combatte per cercare di riprendere il controllo della città . Ancora una volta, ad attirare ‘attenzione sui civili presenti nella città è una Ong, nel caso specifico il Consiglio norvegese per i rifugiati (Nrc), impegnato nel dare soccorso alle popolazioni locali.
“Non c’è assolutamente alcun passaggio sicuro per i civili che fuggono da Falluja – ha detto Jan Egeland, segretario generale dell’organizzazione – nessun posto sicuro dove non rischino la vita. Rischiano di vedersi sparare addosso, o di venire uccisi da ordigni lungo la strada, o di annegare mentre attraversano il fiume (Eufrate). Inoltre quelli che riescono a fuggire scoprono che c’è ben poco che possiamo offrire loro. Stiamo esaurendo le scorte di cibo, acqua potabile e medicinali”.
“Migliaia di persone che fuggono il fuoco incrociato dopo mesi di assedio e di fame meritano cura e assistenza – ha aggiunto Egeland – ma le nostre scorte saranno presto esaurite. Questo è il momento della verità per la solidarietà internazionale”. L’Nrc stima che poco più di 5.300 famiglie siano riuscite a lasciare Falluja da quando è cominciata l’offensiva governativa, il 21 maggio scorso, riparando in campi allestiti nella provincia di Al Anbar.
Ma le strade che escono dalla città rimangono estremamente pericolose. Oltre 200 famiglie sono bloccate nei pressi dell’incrocio di Al Salam, lungo l’unica via di fuga percorsa dai profughi negli ultimi giorni. Ma anche per coloro che riescono a raggiungere i campi la situazione è drammatica. L’Nrc è attualmente in grado di fornire solo tre litri di acqua potabile per persona al giorno, rispetto ai dieci che si stimano necessari per resistere al caldo, con temperature che nelle prossime settimane dovrebbero arrivare a 50 gradi. Secondo un report dell’Onu, sarebbero almeno 50mila i civili che restano intrappolati a Falluja e tra loro ci sarebbero circa 20mila bambini.