In Danimarca proseguono le polemiche sull'immigrazione. Così come oggi avviene per la legge che pone paletti legati ai costumi religiosi per prendere la cittadinanza, tre anni fa a scatenare le polemiche fu la legge che permetteva la confisca di beni di valore posseduti dagli immigrati. Oggi resta aperto il dibattito sugli aspetti etici di un simile provvedimento, ma sembra essersi chiuso quello sull'efficacia in termini meramente economici. La polizia danese ha riferito che i beni sequestrati ai migranti e ai richiedenti asilo nel Paese in questi tre anni sono stati un'auto del valore di 13.400 euro e contanti per un totale di poco più di 25 mila euro.
La misura sul sequestro dei beni
Autorizzando il sequestro di denaro contante oltre 10mila corone (1.340 euro) o oggetti di valore superiore a tale importo per finanziare il costo del soggiorno dei nuovi arrivati durante l'esame della loro domanda di asilo, la misura emblematica, molto criticata all'estero, fa parte di un arsenale legislativo volto a dissuadere i migranti a stabilirsi in Danimarca. “E' una questione di principio, se puoi sostenere te stesso, devi farlo, è un bene per i danesi ed è un bene per i rifugiati che vengono qui”, aveva scritto il ministro all'immigrazione e integrazione, Inger Stojberg. Il commissario ai Diritti umani del Consiglio d’Europa Nils Muiznieks (il cui incarico è terminato nel marzo scorso) aveva definito questa misura “lesiva della dignità umana delle persone”.
La nuova legge contestata
Nel dicembre scorso il Parlamento della Danimarca ha aperto un nuovo fronte di polemiche sul tema dell'immigrazione. E' stata infatti approvata una legge – entrata in vigore il primo gennaio – che richiede agli immigrati che vogliono ottenere la cittadinanza di stringere la mano ai funzionari pubblici al momento della cerimonia di naturalizzazione. Si tratta di una misura esplicitamente rivolta a chi è di religione musulmana e che, spesso, evita il contatto fisico con persone dell’altro sesso, a meno che non si tratti di familiari stretti. “Se arrivi in Danimarca, dove è normale stringere la mano quando saluti, se non lo fai è irrispettoso”, ha detto Martin Henriksen, parlamentare e portavoce del Partito Popolare Danese, conservatore: “Se uno non può fare qualcosa di così semplice e diretto, non c’è motivo che diventi un cittadino danese”.