Nel 2017 hanno “servito” 30 mila famiglie e 105 mila persone, per un quarto sotto i 15 anni, durante le oltre 100 mila ore annuali “di servizio”, garantite finora da 5.200 volontari. Sono gli empori solidali che per la prima volta sono stati censiti dalla Caritas e da Csvnet, l'associazione dei centri di servizio per il volontariato. Dalla mappatura è emerso che sono 178 gli empori solidali attivi in Italia, distribuiti in 19 regioni e almeno altri 20 sono pronti ad aprire entro il 2019. Più della metà sono stati aperti nell'ultimo triennio. Il primo rapporto – come riferisce l'Ansa – è stato presentato stamane a Roma durante l'incontro “Quando le persone fanno la differenza. Il volontariato che tiene unite le comunità” organizzato da Csvnet, Forum Nazionale del Terzo Settore e Caritas Italiana per celebrare la 33esima Giornata internazionale del volontariato.
Ma come funziona un emporio solidale? L'accesso, che avviene in base alla verifica delle condizioni di difficoltà dopo colloqui individuali, consente di fare la spesa gratis utilizzando una tessera (elettronica o manuale) a punti da scalare. Gli empori – è stato spiegato – sono una forma avanzata di aiuto alle famiglie che vivono situazioni temporanee di povertà e spesso sono un'evoluzione delle tradizionali distribuzioni di “borse-spesa”. E' un modello che ha conosciuto una crescita impressionante nell'ultimo triennio: il 57% degli empori (102) ha aperto tra il 2016 e il 2018, quota che sale al 72% se si considera anche l'anno precedente. Il primo è nato nel 1997 a Genova. Nella quasi totalità dei casi gli empori sono gestiti da organizzazioni non profit, spesso in rete fra loro: per il 52% sono associazioni (in maggioranza di volontariato), per il 10% cooperative sociali, per il 35% enti ecclesiastici diocesani o parrocchie, per il 3% enti pubblici. Le Caritas diocesane hanno un ruolo in 137 empori (in 65 casi come promotrici dirette); i Csv lo hanno in 79 empori, offrendo prevalentemente supporti al funzionamento. Le persone che si rivolgono agli empori sono spesso molto giovani, il 27,4% (di cui un quinto neonati) ha meno di 15 anni, appena il 6,4% supera i 65. L'86% degli empori offre anche altri servizi come accoglienza e ascolto, orientamento al volontariato e alla ricerca di lavoro, terapia familiare, educativa alimentare o alla gestione del proprio bilancio, consulenza legale ecc.