Embrioni umani geneticamente editati. Termini medico-scientificiĀ che l'uomo comune fa fatica a comprendere nel loro significato preciso e – ancor peggio – nelle implicazioni etiche e sociali che sottendono.
LoĀ studio britannico
Per la prima volta nella storia della genetica, lo scorso settembre un ente regolatore nazionale – laĀ Uk Human Fertilisation and Embryology Authority – ha approvato una ricerca che ha coinvolto l'editing genomicoĀ di embrioni umani.
Nello specifico, i ricercatori degliĀ istituti britannici Francis Crick e Wellcome Trust hanno usatoĀ tale tecnica per interrompere la produzione di una proteina chiamata Oct4 inĀ 58Ā embrioniĀ generati in cliniche di fecondazione assistita in seguito a trattamenti di fecondazione in vitro. Si ĆØ scoperto che questa proteinaĀ ha un ruolo cruciale nello sviluppoĀ dallo zigote al blastocisti: infatti, gli embrioniĀ modificati con livelli di Oct4 bloccati, non si sono sviluppati interrompendo il loro ciclo di vita. Un termine “soft” per dire che sonoĀ morti.
Genome Editing
Il Genome Editing (Ge) ĆØ una tecnica di biologia molecolare che permette di modificare in
modo permanente il Dna di una cellula creando sostituzioni, inserzioni o delezioni.Ā A causa della sua complessitĆ sperimentale, il Ge ĆØ stato poco utilizzato in campo biomedico fino alla recentissima scoperta delĀ sistema Crispr/Cas9Ā un potentissimo e precisissimo strumento di editing genetico che risulta di impiego molto piĆ¹ facile e, al contempo, piĆ¹ economico rispetto alle tecnologie preesistenti. Grazie al nuovo sistema, ĆØ stato possibile modificare permanentemente i geni di molteplici organismi, compreso l'embrione umano.
I problemi etici
SeĀ da un lato questa tecnica presenta un enorme potenziale di applicabilitĆ nella pratica clinica,Ā al contempo solleva molti interrogativi etici.Ā In merito,Ā In TerrisĀ ha intervistatoĀ Enrico Masini, esperto in Bioetica eĀ responsabile del servizio Famiglia e Vita della ComunitĆ Ā Papa Giovanni XXIIIĀ fondataĀ da don Oreste Benzi.
Il rapporto tra fede e scienza in campo genomico ĆØ spesso ostico…
“Il presupposto ĆØ chiaro: ogni conoscenza umana e ogni ricerca sono in sĆ© una cosa buona perchĆ©Ā indagano ilĀ creato eĀ consentono all'uomo di sviluppare sempre di piĆ¹ delle capacitĆ e delle tecniche per far vivere meglio lāumanitĆ . Ad esempio, ci sono delle malattie che portano a sofferenza e morte ma che, attraverso la ricerca scientifica, possono essere curate”.
Della ricerca su embrioni umani si puĆ² dire la stessa cosa?
“Bisogna fare deiĀ distinguo. Ci sono infattiĀ delle metodologie che utilizzano dei mezzi sproporzionati rispetto ai benefici che se ne possono ottenere. Nel caso specifico degli embrioni umani, la ricerca non ĆØ sempre inaccettabile: ĆØ possibile farla, ma a patto che venga salvaguardata la salute e la vita del singolo embrione, come accade, per esempio, quando si fa una ecografia. Diversamente, quando abbiamo a che vedere con un embrione in vitro, giĆ di per sĆ© ĆØ stata fatta una grave ingiustizia nei suoi confronti perchĆ© non gli ĆØ stato consentito di essere procreato da un papĆ e una mamma, ma bensƬ di essere prodotto in laboratorio come fosse una cosa, un oggetto”.
Quale ĆØ il rischio nei casi degli embrioni in provetta?
“Il rischio concreto dell'essere prodotto (e non generato) ĆØ quello di essere poi anche trattato come una cosa inanimata. Questa ricerca, che ha sacrificato decine di embrioni umani, di fatto ha preso in considerazione lāuomo nelle prime fasi del suo sviluppo come se fosse un oggetto e non una persona. Forse – ironizza Masini – se si fosse trattato dellāembrione di un gattino, alcuni avrebbero sollevato gli scudi dicendo: 'No, sui gatti non si puĆ² sperimentare'”.
L'embrione umano vale dunque meno di quello animale? Alcuni genetisti hanno parlato di “una nuova era” per la ricerca…
“Certamente questa tecnica e questa ricerca potrebbero, in teoria, portare a dei benefici futuri. Tuttavia, il punto che a noi tocca maggiormente ĆØ il fatto che ognuno di quei singoli embrioni che sono stati sacrificati fanno parte della famiglia umana, sono nostri fratelli, e quindi noi abbiamo lāobbligo morale di rispettarli e voler loro bene cosƬ come ai nostri figli e a ogni altra persona che costituisce il genere umano”.
PerciĆ² la bioetica (o parte di essa) dice “No”?
“Esatto. Questo tipo di ricerca, qualora ā come sembra in questo caso ā porti al sacrificio di esseri umani non ĆØ ammissibile.Ā RicordaĀ – amplifica Masini – quel tipo di ricerca che si faceva nel periodo nazista in cui si sacrificavano gli ebreiĀ (che al tempo non venivano considerate neppure “persone”) per ottenere delle informazioni utili alla razza ariana”.
Nel caso dello zigoteĀ (la cellula che si ottiene con la fecondazione) ĆØ corretto parlare di “vita” e di “persona”?
“Certamente sƬ. La vita di ogni essere vivente che si riproduce sessualmente – sia esso del mondo animale che vegetale – inizia nel momento della fecondazione. ĆĀ questoĀ l'attimo in cui, dal punto di vista biologico, appare un nuovo individuo che esprime caratteristiche uniche che non sono piĆ¹ quelle del padre e della madre, ma una sintesi di una parte delle caratteristicheĀ genitoriali e di qualcosa di mai esistito prima”.
La sperimentazioneĀ perĆ² ĆØ permessa. Come ĆØ possibile?
“Purtroppo, solo nel caso della specie umana, alcuni sostengono che la fecondazione nonĀ coincida conĀ la comparsa di nuovo individuo. Quindi qualche decennio fa, al fine di venire incontro alle esigenze della ricerca scientifica, ĆØ stato coniato il termine di 'pre-embrione' che (a detta di coloro che l'hanno coniato) non ha nessun supporto biologico e scientifico”.
Parla del rapporto Warnock?
“SƬ. Il Warnock Report venne prodotto nel 1984 in Inghilterra da una commissione di esperti che era stata incaricata di dare un giudizio sulla sperimentazione degli embrioni in vitro. La commissioneĀ asserƬ che si potesse fare ricerca sugli embrioni umani entro i primi 14 giorni dalla fecondazione. Venne anche coniato ilĀ termine 'pre-embrione' (che non ha nessuna valenza scientifica) al fine di acquietare e tranquillizzare lāopinione pubblica”.
Dal punto di vista legislativo hanno valore i 14 giorni?
“Leggevo sull'ultimo libro scritto da Carlo Casini ['Vita nascente – Prima pietra di un nuovo umanesimo', ndr] un giurista che segue i temi della vita da ormai 50 anni che 'non esiste una sentenza in tutto il mondo che dica che la vita umana nei primi giorni dopo la fecondazione non sia vita umana'. Nessuna legislazione dice che l'embrione con meno di 14 giorni di vita non sia un essere umano. Se mai, dice che puĆ² non essere tutelato al pari della madre alla quale le viene dato il potere di vita e di morteĀ su di lui”.
La scienza perĆ² non concorda….
“No. Purtroppo, abbiamo scienziati emeriti, esperti e volenterosi nella ricerca, che si arrogano il diritto di decidere dellāetica della vita. Invece la questione etica dellaĀ sperimentazione umana non spetta loro;Ā agli scienziati spetta di essere degli ottimi ricercatori, ma non dei “battitori liberi”: devono rispettare i soggetti dei quali si servono. Quindi, ripeto, la ricerca sugli embrioni umani ĆØ possibile ma devono rispettare dei criteri molto rigorosi”.
Da dove provengono gli embrioni usati nelle sperimentazioni?
“Sono tuttiĀ embrioni 'in vitro', vale a dire embrioni umani che sono al di fuori del ventre materno prodotti 'nel vetro' della provetta. LƬ ĆØ avvenuta la fecondazione e lƬ vengono fatti crescere per alcuni giorni, massimo 14. Questi embrioni ovviamente vengono sempre e solo da gameti umani quindi prelevati da un uomo e da una donna. O, tra virgolette, 'donatori'. Ma ĆØ noto che si tratta di persone che vengono pagate; soprattutto donne, remunerate profumatamente per offrire i loro ovociti; pratica tra l'altro pericolosa per la salute e la vita della donatrice stessa”.
Oppure?
“Oppure vengono da embrioni umani in soprannumero in seguito ai trattamenti di fecondazione in vitro, come nel casoĀ in questione.Ā NelleĀ cliniche di fecondazione assistita esistonoĀ decine di migliaia di embrioni (ma ormai si ipotizza che sianoĀ alcuni milioni nel mondo) congelati e spesso abbandonatiĀ di cui non si sa cosa farne. Alcuni hanno addirittura proposto di usare questi esseri umani piuttosto che spendere tempo e denaro perĀ creare appositamente embrioni di topo, di scimmia o di altre specie animali”.
Converrebbe?Ā
“Dal punto di vista scientifico sarebbe certamente una scelta di comodo: una ricerca che si svolga direttamente su un essere umano ĆØ poi piĆ¹ rapidamente e facilmente applicabile alla medicina umana. Ma questo non deve accadere quando comporta un sacrificio, come in questo caso”.
La ComunitĆ Papa Giovanni XXIII fa qualcosa per gli embrioni congelati?
“SƬ. Come comunitĆ (ma non siamo i soli sul territorio nazionale) proponiamo che gli embrioni in soprannumero chiusi nei congelatori venganoĀ dati aĀ genitori disponibili ad accoglierli come figli per permettere loro di poter nascere e vivere come ognuno di noi”.
Vuole rivolgere un appello?
“Mi appello a tutte le persone di buona volontĆ affinchĆ© alzino la voce contro queste forme di sacrificio umano di nostri fratelli. Sono le Stesse Nazioni unite che dicono che ci dobbiamo sentire una 'unica famiglia umana' [Dichiarazione universale dei diritti umani, 1948, ndr]. Chiediamo alle istituzioni che siano piĆ¹ attente nella difesa dei piĆ¹ deboli attraverso una legislazione adeguata. Per definizione, infatti, uno stato democratico deve proteggere le persone e i cittadini a partire dai piĆ¹ deboli.Ā Chi ĆØ piĆ¹ debole e indifeso di un embrione?Infine, un appello agli uomini di scienza perchĆ© agiscano con responsabilitĆ rispetto alle grandissime potenzialitĆ e ingenti risorse economiche che vengono loro affidate affinchĆ© agiscano per il bene comune attraverso vie rispettose di ogni uomo. Senza sacrificare nessuno”.