Itimidi segnali incoraggianti giunti dalla Conferenza nazionale sulla famiglia, nel settembre scorso, sembrano esser stati spenti dalla decisione del Governo di eliminare il bonus bebé dalla Legge di Bilancio 2018.
La reazione Pd alle critiche sul bonus bebé
L'onda polemica scaturita a seguito di questa scelta non ha però lasciato impassibile Palazzo Chigi. In un'intervista rilasciata a FanPage, Titti Di Salvo, “responsabile mamme” del Pd, ha spiegato la volontà di passare dalle singole misure di sostegno a una riforma strutturale. “La nostra idea – ha detto – è fare una riforma di sistema, i bonus sono interventi transitori per definizione, invece noi pensiamo a uno strumento certo con un assegno unico universale per ciascun figlio“.
150 euro per ogni figlio a carico?
Le parole della Di Salvo sembrano trovare conferma nelle indiscrezioni circolate nelle ultime ore. Entro Natale, potrebbe essere discusso il bonus figli a carico. Si tratta di un contributo di 150 euro per ogni figlio a carico fino a 18 anni e di 100 per figli dai 18 ai 25 anni che non abbiano ancora un reddito. Questo incentivo andrebbe a sostituire gli altri bonus, compreso il bonus bebé e il bonus mamme, un assegno di 800 euro una tantum che, a differenza del primo, è stato confermato nella Legge di Bilancio.
Il provvedimento, contenuto in un ddl delega firmato da cinquanta senatori del Pd, è stato incardinato nella primavera scorsa in commissione Finanze del Senato al vaglio di un comitato ristretto.
L'ipotesi realistica
I tempi di qui alla fine della legislatura sono, tuttavia, ristretti. Perciò appare difficile attuare questo importante proposito di una riforma strutturale. Un'altra ipotesi, più realistica, è che il Governo possa confermare il bonus bebé per un altro anno, lasciando poi al prossimo Esecutivo l'incombenza di lavorare su una riforma strutturale da presentare tra dodici mesi. Va considerato, inoltre, che la mancata conferma del bonus bebé, potrebbe rappresentare un nodo difficile da sciogliere nella maggioranza, dal momento che i centristi hanno già minacciato che il loro voto alla Manovra non è affatto scontato in assenza di questa misura. “Su questo tema abbiamo posto un paletto fermo”, avvisa Laura Bianconi, presidente dei senatori di Ap.
Gandolfini: “Chi disconosce la famiglia naturale non può aiutare la natalità”
La mancata conferma del bonus bebé ha messo in agitazione il mondo dell'associazionismo familiare. “Dopo aver distrutto la famiglia dal punto di vista antropologico, equiparando le coppie aperte alla vita che accolgono e allevano figli alle unioni affettive tra persone delle stesso sesso, il Governo, non pago di questa orribile strategia, colpisce la famiglia anche dal punto di vista economico, tradendo quindi le stesse promesse fatte in questi ultimi mesi”, così Massimo Gandolfini, presidente del Comitato promotore del Family Day.
Secondo Gandolfini, “una classe politica che disconosce la centralità della famiglia e della natalità per la stabilità del tessuto sociale nazionale, difficilmente potrà elaborare misure fiscali tese al sostegno materiale di chi decide di intraprendere questo progetto di vita”. Di qui l'invito da parte del popolo del Family Day a “sostenere quelle forze che presenteranno nel loro programma di governo reali sostegni alla famiglia sia dal punto di vista culturale sia dal punto di vista economico con provvedimenti strutturali”.