Lo scorso fine settimana sono uscite le linee guida del Ministero dell'Istruzione sull’applicazione del comma 16 della legge 107 (cd. “Buona scuola”). Nel mondo dell'associazionismo familiare c'era grande attesa, perché intorno a questo documento si giocava gran parte della battaglia per arginare la diffusione dell'ideologia gender nelle scuole.
Soddisfazione del Family Day
“Manifestiamo soddisfazione per le linee guida che fanno riferimento al principio antropologico della differenza tra maschile e femminile come fondante delle identità e indispensabile per la procreazione e il mantenimento della vita”, commenta Massimo Gandolfini, presidente del Family Day.
“Inoltre – continua – non si lascia spazio a interpretazioni fantasiose, si garantisce che l’ideologia gender non entrerà nelle scuole e viene ribadito il primato educativo dei genitori, facendo riferimento all’articolo 30 della Costituzione”.
Ora il consenso informato
Secondo Gandolfini, “questa è la prima tappa di un percorso di confronto proficuo; ora aspettiamo il patto educativo di corresponsabilità che sarà presentato il 21 novembre. Questo dovrà rendere concreto quanto pronunciato in linea teorica nelle linee guida, e dovrà prevedere il consenso preventivo informato sulle attività sensibili”.
“Si conferma comunque la nostra adesione – conclude Gandolfini – al concetto delle pari opportunità tra uomini e donne e del contrasto ad ogni discriminazione come descritto nell’articolo 3 della Costituzione”.
Cosa prevede il piano del Ministero
Il piano per introdurre nelle scuole il rispetto delle diversità e per contrastare violenze e discriminazioni tra i banchi prevede – scrive Avvenire – oltre alle linee guide sulla parità di genere, una campagna sui social con l'hashtag #Rispettaledifferenze, un Piano nazionale in 10 azioni, linee di orientamento per prevenire e contrastare il cyberbullismo. La dotazione finanziaria è di 8,9 milioni di euro.