Il miglior virologo dell'anno riconosciuto dall’International Association of Top Professionals (Iaotp) è l'italiano Giulio Filippo Tarro. Candidato al Nobel per la Medicina nel 2015, già allievo di Albert Sabin, il padre del vaccino contro la poliomelite, ha ricevuto il prestigioso premio all'Hotel Plaza di New York. Varro sarà anche inserito nella rivista Tip (Top Industry Professionals) e premiato con l’Albert Nelson Marquis Lifetime Achievement Award, con la biografia pubblicata sul The Wall Street Journal.
La sua posizione sui vaccini
Conosciuto più all'estero che in Italia, il prof. Tarro ha una posizione sul tema dei vaccini, che ha espresso anche nel libro dato alle stampe a marzo intitolato “Dieci cose da sapere sui vaccini” (ed. Newton). Il virogolo sull'obbligo vaccinale – come ha fatto in un'intervista ad In Terris nel luglio scorso – porta l'esempio degli Stati Uniti, “dove piuttosto che l’obbligatorietà nel corso degli anni è stato preferito il metodo persuasivo, attraverso campagne d’informazione, sull’importanza dei vaccini. Ebbene, oggi grazie a questo metodo la copertura vaccinale è aumentata del 3% Oltreoceano”.
Chi decide nel campo dei vaccini
Nella stessa intervista, il prof. Tarro ritiene che con l'obbligo vaccinale “si sta compiendo” il progetto di rendere l'Italia capofila per le strategie vaccinali a livello mondiale varato nel 2014 dalla Global Health Security Agenda e – afferma – “lo dimostra che è poi seguita la Francia, che da gennaio ha reso obbligatori undici vaccini. Del resto nel campo delle vaccinazioni a livello globale le decisioni non vengono prese dai singoli Stati, ma appunto dall’alto, precisamente al Forum di Davos, cui partecipano i grandi della finanza mondiale, comprese le case farmaceutiche“.