Due centri educativi per bambiniĀ sono stati aperti in Giordania grazie al progetto “Back to the Future“. Il programma, finanziato dalĀ fondo europeo MadadĀ per 3 milioni di euro, mira a sostenere oltre 26.000Ā bambini in Libano e Giordania grazie al lavoro di un consorzio di ong italiane e olandesi:Ā Terre des Hommes ItaliaĀ eĀ Olanda,Ā Fondazione AVSIĀ eĀ War Child Holland. Secondo i dati forniti dall'UNHCR, l'Alto commissariato Onu per i rifugiati, la Giordania conta piĆ¹ di 657.000Ā rifugiati siriani registrati ufficialmente (ma il numero reale potrebbe essere molto piĆ¹ elevato). Una crisi che rappresenta una sfida soprattutto per lāeducazione dei minori siriani presenti nel Paese.
“Si tratta di unāiniziativa che ĆØ parte dellāimpegno europeo per assicurare uguale accesso allāeducazione a tutti i bambini che si trovano in Giordania”Ā ha spiegatoĀ Ibrahim Laafia, a capo della Cooperazione europea in Giordania. “Il progetto Back to the future rappresenta un contributo concreto per la promozione di unāeducazione inclusiva e di qualitĆ ”.
I nuovi centri garantiranno il doposcuola per i bambini e il trasporto da casa per raggiungere le strutture, un servizio fondamentale perĀ mantenere alto il tasso di frequenzaĀ dato il forte impoverimento delle famiglie rifugiate siriane. Inoltre, sono giĆ partiti i lavori di ristrutturazione in 14 scuole pubbliche giordane per migliorare i servizi igienici. Lāiniziativa ha visto anche il coinvolgimento di alcune ong locali, comeĀ Soldierās Family Welfare SocietyeĀ Harmony, e nel fino al 2019 avrĆ un impatto su circa 8.500 bambini siriani e giordani. “Ogni bambino ha una sua storia, unica e diversa da quella di qualsiasi altro. A partire da questo concetto ci siamo posti lāobiettivo di prenderci cura di ognuno di loro. Di garantire loro una vita miglioreā, ha spiegato Lucia Castelli, responsabile del progetto “Back to the future”.