Io oserei dire che l'umanitĆ non ha ancora maturato: la donna ĆØ considerata di 'seconda classe'. Cominciamo da qui ĆØ un problema culturale. Poi si arriva ai femminicidi. Ci sono dei Paesi in cui il maltrattamento delle donne arriva al femminicidio”. E' quanto ha affermato Papa Francesco durante il volo di ritorno dal viaggio negli Emirati Arabi. Ma quello della violenza sulle donne ĆØ un tema che aveva affrontato giĆ in altre occasioni, come nel discorso pronunciato il 19 gennaio 2018 a Puerto Maldonado, una delle tappe del viaggio in Cile e PerĆ¹. “Fa male constatare come in questa terra, che sta sotto la protezione della Madre di Dio, tante donne sono cosƬ svalutate, disprezzate ed esposte a violenze senza fine – ha detto in quell'occasione il Pontefice – Non si puĆ² 'normalizzare' la violenza verso le donne, prenderla come una cosa naturale, sostenendo una cultura maschilista che non accetta il ruolo di protagonista della donna nelle nostre comunitĆ . Non ci ĆØ lecito guardare dall'altra parte, e lasciare che tante donne, specialmente adolescenti, siano 'calpestate' nella loro dignitĆ “.Ā
Queste parole di Papa Francesco dovrebbero spingere a riflettere sulle condizioni di milioni di donne, molto spesso abbandonate al loro destino, dimenticate da tutti.Ā Anticamente, in alcune civiltĆ , la donna veniva considerata un essere inferiore, esclusa dalle attivitĆ di tutti i giorni. IĀ suoi doveri, principalmente, consistevano nelĀ badare ai figli e svolgere leĀ faccende domestiche, senza nessuna possibilitĆ di esprimere il proprio pensiero ed esercitare la propria volontĆ . Con il tempo, la loro situazione ĆØ andata via via migliorando, soprattutto in Occidente, ma ci sono angoli del mondoĀ in cui la donna viene ancora considerata senza valore e sottoposta a indicibili torture psicofisiche.
Oggigiorno si tende a semplificare tutto e si pensa che basti un giorno per celebrare la donna. L'otto marzo, perĆ², non ĆØ una festa per tutte le donne. Basti pensare a quante bambine vengono costrette a sposarsi in tenera etĆ , quante sono sottoposte alle mutilazioni genitali, mentre altre vengono trascinate con l'inganno lontano da casa, in un altro continente e costrette a prostituirsi sotto la minaccia di morte. Altre, a causa di credenze e superstizioni sono bollate come streghe e barbaramente uccise.Ā
Le mutilazioni genitali
In alcune zone del mondo, soprattutto in Africa, esiste ancora la pratica della mutilazione genitale femminile. Le parti intime delle bambine – solitamente di etĆ compresa tra i 3 mesi e i 15 anni – vengono tagliateĀ e cucite. Senza questa pratica non sarebbero considerate pure e chi rifiuta di farlo viene allontanata dalla propria comunitĆ .Ā Con l'infibulazione, la vagina della bambina viene chiusa per circa la metĆ , lasciando solo un foro per l'urina e uno per il flusso mestruale. Al momento del matrimonio la cicatrice viene tagliata per permettere il rapporto sessuale e il parto. Dopo ogni parto, una nuova infibulazione. Secondo i dati piĆ¹ aggiornati dell'Organizzazione mondiale della sanitĆ , sono tra 100 e 140 milioni le bambine o adolescenti, nel mondo, che hanno subito una forma di mutilazione genitale. L'Africa ĆØ il continente in cui il fenomeno ĆØ piĆ¹ diffuso, con 91,5 milioni di ragazze di etĆ superiore a 9 anni vittime di questa pratica e circa 3 milioni di altre che ogni anno si aggiungono a questa cifra.Ā
Il dramma delle spose bambine
Un'altra piaga mondiale ĆØ quella delle spose bambine. Il loro destino, a volte, ĆØ giĆ stato deciso sin dalla nascita. Con il matrimonio, che non ha nulla a che vedere con il vestito bianco e i fiori d'arancio per coronare un sogno d'amore, vengono private di un'infanzia normale. Il 4 gennaio 2018, in Turchia, l'autoritĆ pubblica per gli affari religiosi ha dichiarato lecita la pratica delle spose bambine, a patto che abbiano raggiunto la pubertĆ .Ā Nonostante la legge turca vieti il matrimonio sotto i 17 anni, le stime parlano di 181mila spose under 16 inĀ Turchia.Ā Il Paese,Ā con il 14% di matrimoni precoci, risulta oggi al secondo posto in Europa, subito dopoĀ la Georgia che ha una percentuale del 17%. Nelle zone piĆ¹ sottosviluppate e rurali, come nella provincia diĀ Åanlıurfa, la percentuale di queste unioniĀ sfiorerebbe addirittura quota 60%.Ā
Streghe perchƩ donne
Oltre a dover subire torture e violenze, le donne molto spesso sono vittime delle superstizione. Ci sono Paesi dove, specie nelle regioni piĆ¹ remote, molti non accettano cause naturali, sfortuna o malattia per spiegare incidenti o morti. In Papua Nuova Guinea non ĆØ raro che donne – ma anche bambine – vengano torturate e uccise perchĆ© ritenute delle streghe. Come ha denunciato Amnesty International la gente del luogo, molta della quale crede alla “saguna” la stregoneria locale, pensa di scacciare gli eventi negativi attraverso l'uccisione di coloro che ne vengono ritenuti responsabili. Nell'aprile del 2014 sei persone, due delle quali bambine di appena cinque anni, sono state massacrate da una folla inferocita. L'anno prima, nell'isola di Bougainville, due donne anziane sono state decapitate perchĆ© bollate come streghe. Questo fenomeno ĆØ presente anche in Africa dove, secondo un report del Legal Human Rights Center (Lhrc), nei primi mesi del 2017 sono state 155 le vittime di uccisioni collegate alla stregoneria. Un problema concreto anche in Tanzania, dove nelĀ 2017, cinque donne accusate di essere streghe sono state linciate dalla folla e poi date alle fiamme.Ā
Traffico di esseri umani: prostituzione e riti voodoo
Ci sono casi in cui le donne, non solo sono accusate di compiere rituali, ma a volte ne sono vittime. E' il caso delle ragazze, per la maggior parte nigeriane, che vengono costrette a prostituirsi dopo essere state sottoposte a dei riti voodoo. Non si tratta di un elemento folcloristico, ma ha una funzione coercitiva ed ĆØ determinante per condurre all'assoggettamento schiavistico. L'antropologo olandese Rijk Van Dijk, nei suoi studi, spiega che prima di lasciare la Nigeria, i trafficanti conducono le donne in antichi santuari dove i ministri eseguono rituali che possono includere il mangiare cuore di pollo, il taglio superficiale del corpo con i rasoi e la decapitazione di capre. Terrorizzate dall'idea che presunti influssi malefici possano ricadere su di loro e sulle rispettive famiglie, le ragazze vengono costrette a prostituirsi sulle strade italiane ed europee. Si ritrovano cosƬ in una condizione di totale schiavitĆ¹, private della loro dignitĆ e costrette a vendere il proprio corpo in cambio di denaro che andrĆ a rimpinguare le casse di racket criminali.Ā
Il giro di affari dello sfruttamento sessuale
Con i suoi 99 miliardi di dollari di fatturato a livello mondiale, lo sfruttamento sessuale, del resto, rappresenta la fetta piĆ¹ grande di un giro d'affari totale (quello della tratta appunto) che il Gruppo d'azione finanziaria internazionale – in un rapporto basato su dati Onu – ha calcolato in 150,2 miliardi di dollari nel 2018; con un impennata di quasi il 200% in soli 7 anni. Secondo il report Undoc delle Nazioni Unite, le donne in etĆ adulta sono vittime del fenomeno nel 49% dei casi, mentre i bambini (compresi i minori di sesso femminile) lo sono nel 33% dei casi.Ā Nel settembre 2015 la Direzione generale di statistica del ministero della Giustizia ha pubblicato un'indagine statistica su un campione rappresentativo di fascicoli definiti con sentenza relativamente ai reati ex art. 600, 601 e 602 del codice penale (rispettivamente “riduzione in schiavitĆ¹”, “tratta di persone” e “alienazione e acquisto di schiavi”).Ā Dall'indagine statistica emerge che la vittima tipica dello sfruttamento corrisponde al profilo di un/una giovane, di etĆ media di 25 anni, nel 75,2% dei casi ĆØ di sesso femminile, di nazionalitĆ estera, principalmente rumene (51,6%) e nigeriane (19%), in alcuni casi sposate (13,6%) o con figli (22,3%).Ā
Alcuni dati
Le Nazioni Unite hanno affermato cheĀ la violenza contro le donne e le ragazze ĆØ una delle violazioni piĆ¹ diffuse e devastanti dei diritti umani nel nostro mondo. Rimane in gran parte non dichiarata a causa dell'impunitĆ e, in alcuni casi, della vergogna che la circondano. Una donna su tre subisce violenze fisiche o sessuali durante la propria vita, piĆ¹ frequentemente da un partner intimo; solo il 52 per cento delle donne sposate o in un'unione puĆ² prendere liberamente le proprie decisioni in merito a rapporti sessualiĀ oĀ assistenza sanitaria. In tutto il mondo, quasi 750 milioni di donne e ragazze si sono sposate prima del loro diciottesimo compleanno, mentre 200 milioni hanno subito mutilazioni genitali femminili. Il 71 per cento di tutte le vittime della tratta di esseri umani nel mondo sono donne o adolescenti e, di loro, 3 su quattro sono sfruttate sessualmente.Ā