I media italiani rendono, attualmente, un giusto servizio alle campagne di raccolta del sangue e ciò consente, alle numerose associazioni di volontariato, di sgombrare il campo da facili allarmismi e di ricordare anche la presenza, per le situazioni più critiche, del “Piano di compensazione sangue“, con il quale si riescono a distribuire le scorte nel modo più opportuno.
Solidarietà
In seguito al terremoto che ha interessato Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto il 24 agosto del 2016, l’allora presidente nazionale dell’Avis (Associazione volontari italiani del sangue), Vincenzo Saturni, si esprimeva in questi termini “L’emergenza sangue nelle zone maggiormente colpite dal sisma è rientrata, ringraziamo i tantissimi donatori che hanno risposto agli appelli e si sono recati nei centri di raccolta per offrire il loro contributo che ha permesso di mantenere la situazione sotto controllo. Alla generosità dei cittadini si aggiunge la grande efficienza della macchina operativa messa in moto dal Centro Nazionale Sangue […] in queste ore lanciamo l’invito a diventare donatori di sangue periodici”. Il suo, quindi, era un doveroso ringraziamento a tutti i donatori e un appello a non esserlo soltanto nei momenti di grave necessità, sull’onda emotiva della disgrazia.
Gestione delle emergenze
In occasione di gravi calamità nazionali si stima, infatti, anche un 30% di donatori effettivi in più, a cui occorre aggiungere coloro che si affacciano per la prima volta e chiedono informazioni dimostrando la propria sensibilità. L’Avis precisa di essere la più grande associazione di volontari del sangue, che contribuisce al 70% del fabbisogno nazionale, grazie alle 3400 sedi lungo tutto il territorio nazionale e, in base ai dati del 2016, di oltre 2 milioni di unità di sangue e di emocomponenti donate. I donatori dell’Avis, di tutta Italia, sono 1 milione e 300 mila.
Chi dona di più
E’ interessante valutare le statistiche offerte dall’Avis sul proprio sito. Sono presenti, infatti, i dati sui soci donatori e sul totale delle donazioni, divise per Regione. Utilizzando questi dati è possibile estrapolare delle curiosità non presenti nel portale. In proporzione alla popolazione, la Regione che ha più soci donatori è l’Umbria (3,65% sul totale) seguita dal Trentino Alto Adige (3,6%), quella che ne ha meno, in percentuale, è il Friuli Venezia Giulia (0,76%). In termini assoluti la Lombardia primeggia con oltre 260 mila donatori. Per quanto riguarda le donazioni effettuate, le Marche sono in testa (quasi 100 mila) su un milione e mezzo di abitanti (6,46%). I dati dimostrano come le Regioni più sensibili siano proprio quelle devastate dai recenti terremoti.
Il ruolo della Fidas
Tutte le associazioni di donazioni di sangue fanno capo alla Fidas (Federazione italiana associazioni donatori di sangue). La Federazione riconosce l’autonomia delle 73 associazioni rappresentate e si occupa di sensibilizzare il Paese circa l’alto valore morale insito nella donazione e di respingere le polemiche di turno comprese quelle che insinuano un mercimonio di plasma. Tutt’altro: il sangue è raccolto in maniera gratuita e così viene trasferito nella struttura che dovesse averne bisogno. La Fidas afferma che “il fabbisogno annuo in Italia è di oltre 2.400.000 unità di sangue intero e più di 800.000 litri di plasma”. A livello istituzionale non c’è impreparazione: con decreto del Ministero della Salute del 26 aprile 2007 è stato istituito il Centro Nazionale Sangue, operativo dal 1° agosto 2007.
Cns
Sul sito omonimo si legge che il Cns “E’ un centro nazionale del ministero della Salute che opera presso l'Istituto Superiore di Sanità. Svolge funzioni di coordinamento e controllo tecnico-scientifico del sistema trasfusionale nazionale nelle materie disciplinate dalla Legge 219/2005 e dai decreti di trasposizione delle direttive europee. La Legge 21 ottobre 2005 n. 219 “Nuova disciplina delle attività trasfusionali e della produzione nazionale degli emoderivati” è il frutto di un imponente lavoro di analisi, discussione e, soprattutto, di condivisione di obiettivi ed intenti fra tutti gli attori del Sistema Sangue (istituzioni locali e nazionali, Associazioni e Federazioni del volontariato del sangue, professionisti)”.
Vantaggi per i donatori
Per “invogliare” il volontario ancora in dubbio e titubante può servire il Decreto Legislativo n. 276 del 10 settembre 2003 (e successive modificazioni) che stabilisce il diritto, per i lavoratori, a un giorno di assenza mantenendo la retribuzione per intero. In Italia i donatori di sangue si attestano quasi a 1 milione e mezzo e corrispondono al 2,5% circa della popolazione. Si ritiene che si debba lavorare su queste basi per invogliare altri italiani a donare e raggiungere non solo la media europea del 4% bensì la piena autosufficienza nazionale.