Si chiama ādoggingā ā letteralmente āportare fuori il caneā ā una delle ultime follie di una societĆ che giorno per giorno fa a pezzi i valori della famiglia e della coppia. La moda, nata negli Stati Uniti e diffusasi prima nel Regno Unito e poi nel resto dāEuropa (Italia compresa), consiste nellāavere rapporti sessuali occasionali in luoghi pubblici con perfetti sconosciuti. La regola ĆØ solo una: a cose fatte non ci si dovrĆ piĆ¹ rivedere.
La testimonianza
Il trionfo di un individualismo messo a sistema, di una cultura del āmordi e fuggiā, ben raccontato da un lettore del Guardian in una lettera pubblicata nella rubrica āLifestyleā del quotidiano britannico. āDa piĆ¹ di 8 anni faccio dogging in diversi parcheggi del Regno Unito e non lāho mai detto a mia moglie. Abbiamo una vita sessuale intensa, ma non me la sono mai sentita di raccontarle dei miei rapporti extraconiugali. Sto valutando la possibilitĆ di proporre anche a lei di fare dogging per vedere la sua reazione, ma non voglio perderla. Non ĆØ una moralista ma nemmeno unāesibizionista. I miei incontri occasionali cominciano a farmi sentire in colpa, ma non abbastanza da farmi smettere. Per cui coinvolgerla potrebbe essere una soluzioneā. Il termine ādoggingā, del resto, ĆØ lāemblema della condizione di ipocrisia esistenziale di queste persone. āPortare a spasso il caneā per la cultura di massa ĆØ, infatti, la classica scusa accampata dal coniuge infedele per mascherare una scappatella.
Genesi del fenomeno
Lāespressione ha cominciato a essere utilizzata negli anni 70 dai guardoni invitati ad assistere ad amplessi tra esibizionisti. Oggi viene impiegata anche per indicare una partecipazione attiva al menage. Con il web il fenomeno si ĆØ diffuso trasformandosi in una vera e propria sottocultura, con protagonisti i “doggers”. Il primo approccio avviene solitamente online, grazie alle decine di portali a tema (in Spagna ne esiste uno da circa 500 mila iscritti e 60 mila utenti attivi). Ci si conosce, si fissa un appuntamento e il gioco ĆØ fatto. Per scongiurare ogni rischio vengono fornite delle raccomandazioni di base: non portare con sĆ© oggetti di valore e non mostrare segni di riconoscimento (visto che dopo il rapporto sessuale non ci si potrĆ piĆ¹ rivedere).Ā
I luoghi
Il parcheggio all'aperto rappresenta la soluzione migliore per consumare l'amplesso. E' un luogo pubblico ma nel frattempo assicura quel minimo di privacy ai protagonisti, che dentro l'automobile saranno al riparo dagli sguardi indiscreti di chi, giustamente, potrebbe sentirsi disturbato dalla scena e magari denunciare il tutto alle forze dell'ordine. I piĆ¹ sfrontati non disdegnano, perĆ², altri posti, come il cinema, le terme, le discoteche, il parco e i centri sportivi. Dare scandalo, insomma, sembra uno degli obiettivi sottintesi del dogging. Anche perchĆ©, nonostante tutte le precauzioni del caso e l'esperienza dei protagonisti, essere scoperti ĆØ davvero facile.Ā
“Morse” a luci rosse
Una volta giunti in loco la principale difficoltĆ ĆØ riconoscere i complici. Per ovviare a questo problema ĆØ stato creato un vero e proprio linguaggio in codice. Se le luci del veicolo si accendono e si spengono significa che gli occupanti sono impegnati in un rapporto sessuale. Quando la coppia vuole solo essere guardata si limita a tenere accesa la lucina interna dell'auto. Se invece si vuole essere toccati o accarezzati viene lasciato aperto un finestrino. Infine lo sportello spalancato o socchiuso invita il terzo a prendere parte attivamente al coito.Ā
Rischi
I rischi connessi a questa attivitĆ sono evidenti. La trasmissione di malattie veneree ĆØ dietro l'angolo. Ipotesi che non puĆ² essere scongiurata dall'utilizzo delle precauzioni del caso. L'eventuale contagio, peraltro, mette in pericolo anche la vita del coniuge ignaro. Non solo: la scoperta di questa infedeltĆ seriale avrĆ come conseguenza immediata la cessazione del rapporto matrimoniale. Il tutto dopo innumerevoli sofferenze emotive che coinvolgeranno il tradito e i figli. Banali “danni collaterali”Ā per chi ha svenduto al proprio egoismo affetti, amore e dignitĆ .Ā