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Disabilità visiva: l’impegno dell’Unione Ciechi di Vicenza

Matteo Marini (Unione Ciechi ed Ipovedenti di Vicenza) racconta ad Interris.it l'impegno per rendere più accessibile la vita a chi non vede

Camminando nelle nostre città capita spesso di vedere persone non vedenti destreggiarsi con il bastone bianco, o con un cane guida. Per capire la loro quotidianità basterebbe chiudere gli occhi e dimenticare come è fatto un oggetto banale quale un bicchiere, entrare in un ascensore e non ricordare dove si trovano i pulsanti e cancellare le milioni di immagini che affollano la nostra mente. I non vedenti si creano una propria proiezione dell’esistenza grazie alla quale riescono a vivere tra il frastuono della quotidianità.

L’Unione Ciechi ed Ipovedenti 

La fondazione è avvenuta nel 1920 a Genova per volere di Aurelio Nicolodi, ufficiale che perse al vista durante il primo conflitto mondiale. Da allora questa associazione promuove sul territorio italiano i diritti delle persone che hanno un problema legato al senso della vista. 

L’intervista

Interris.it ne ha parlato con Matteo Marini, presidente dell’Unione Ciechi ed Ipovedenti di Vicenzache ha raccontato l’impegno costante della sezione che con molto orgoglio rappresenta. 

Presidente, voi fate molto per i vostri assistiti, quale è il più grande traguardo che avete raggiunto?

“Dal punto di vista nazionale è stato fatto molto. Basti pensare che tutte le leggi che tutelano le persone con problemi visivi sono arrivate dalle lotte dell’Unione Ciechi Italiana. Ad oggi possono sembrare come qualcosa di dovuto, ma in realtà si tratta di vere e proprie conquiste e il direttivo nazionale ha dovuto battersi con tutte le sue forze. Sto parlando per esempio delle leggi che riguardano la pensione, l’indennità di accompagnamento, fino ad arrivare a tutte le norme che regolarizzano il collocamento lavorativo”. 

A livello locale che servizi garantite?

“Noi seguiamo il non vedente e l’ipovedente a 360° a partire dal supporto delle pratiche di invalidità e di pensionamento e seguiamo la trascrizione in braille dei testi scolastici per i ragazzi fino alla terza media. Le nostre competenze possono aiutare a ottenere quanto richiesto in tempi molto veloci ed il caso per esempio della domanda di un semaforo sonoro. Se la richiesta arriva da noi, che ci moviamo tramite anche il nostro staff legale,  i tempi si riducono di molto, rispetto a se a presentare la domanda è il singolo cittadino”. 

Quanto per un non vedente è importante raggiungere l’autonomia?

“Direi che è fondamentale e garantisce di poter vivere nel migliore dei modi la quotidianità. Per questo noi tramite dei tecnici del settore forniamo dei corsi di autonomia e di mobilità che insegnino ad usare il bastone bianco e a gestire la routine in casa. Una persona non vedente ha diritto a tutto questo e bisogna iniziare dalle piccole cose per poi arrivare a quelle più ambiziose, ma che con determinazione sicuramente può ottenere”.

Per molti decenni i non vedenti hanno ricoperto il ruolo di centralisti. Sappiamo però che negli ultimi anni alcuni centralini sono stati eliminati. Quanto questo ha pesato sull’inserimento lavorativo della persona con disturbo visivo?

“Questo fenomeno ha colpito sopratutto alcune regioni d’Italia e gli enti più grandi che hanno preferito centralizzare le chiamate in maniera automatica. Noi per bypassare il problema abbiamo allargato le nostre competenze al campo dell’informatica proponendo dei corsi specifici ai nostri soci che riescano a garantire un nuovo ruolo nel mondo del lavoro”.

L’intelligenza artificiale spaventa?

“Si tratta di una realtà che abbiamo iniziato ad approcciare da poco. Per ora nei nostri ambiti di competenza e di lavoro ci sta dando una mano accorciando di molto le tempistiche di alcune attività rispetto invece a quelle dei nostri usuali strumenti. Si tratta comunque di uno stadio primordiale per cui non so che cosa accadrà nel futuro prossimo”. 

Come associazione proponete molte attività nel tempo libero?

“Sì e tra le tante vorrei mettere in luce le iniziative culturali. Da anni in collaborazione con i musei civici di Vicenza e con le gallerie di palazzo Thiene stiamo rendendo accessibile le opere tramite la trasformazioni dei loro quadri in opere tridimensionali o tattili e stessa cosa per alcune statute che sono state riprodotte per permettere ai non vedenti di poterle toccare ed ammirarne la bellezza tramite le dita delle mani”. 

 

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