Le quotazioni della soia di produzione nazionale sono balzate di 4 euro in una sola settimana raggiungendo un massimo di 381 euro per tonnellata nella prima quotazione dopo l’annuncio dei dazi cinesi sulle importazioni dagli Usa”.
Primato europeo
“Un problema – spiega la Coldiretti – che riguarda anche l’Italia che è il primo produttore europeo con circa il 50% della soia coltivata e un raccolto pari a tre volte quella del secondo Paese che è la Francia”.Lo denuncia Coldiretti nella nuova analisi sulle quotazioni della borsa merci di Bologna e sugli effetti della ritorsione cinese ai dazi imposti dal prescindete statunitense Donald Trump.
Dazi
“La lista dei prodotti americani che verranno colpiti dai dazi cinesi – sottolinea Coldiretti ripresa da Sir – comprende già, oltre alla soia, anche mais e farina di mais, grano, carne di manzo, mirtilli, succo d’arancia, whisky e tabacco che rappresentano i simboli dell’economia agricola statunitense”.
“L’aumento del prezzo mondiale della carne potrebbe essere il primo effetto sui consumatori poiché la soia – spiega nella nota Coldiretti – è uno dei prodotti agricoli più coltivati nel mondo, largamente usato per l’alimentazione degli animali da allevamento, con gli Stati Uniti che si contendono con il Brasile il primato globale nei raccolti seguiti, sul podio, dall’Argentina per un totale dell’80% dei raccolti mondiali”.
“A seguito dei dazi gli operatori cinesi – prosegue la nota – potrebbero decidere di sostituire le forniture dagli Usa con la produzione raccolta in Brasile, da dove già arriva circa la metà delle importazioni del gigante orientale, con uno sconvolgimento del mercato mondiale e ripercussioni sui costi dell’allevamento e sui prezzi di vendita della carne”.
“L’Unione europea – continua la Coldiretti – è il secondo importatore al mondo di soia, dopo la Cina, e un andamento anomalo delle quotazioni metterebbe a rischio la competitività degli allevamenti e la produzione di carne anche nel vecchio continente”.