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“Dal sogno alla paura”: storia di chi ha detto basta alla violenza

Mentre Flavia parla nella sala del Consiglio Comunale di San Benedetto Val di Sambro, piccolo grande comune posto sulle colline emiliane, dopo il saluto del giovane Sindaco scende il silenzio.Ā FlaviaĀ sta parlandoĀ della sua sofferenza e del suo amore perduto. Ora le restanoĀ cinque gatti e tre cani ed ĆØ una donna sola, costretta a nascondersi. Una donna, perĆ², cheĀ ha conquistato la propria dignitĆ  e con essa una vita propria. Ora Flavia puĆ² parlare.Ā Tante altre donne che hanno sofferto o stanno soffrendo come lei non potrannoĀ farlo perchĆ© sono sepolte sotto due metri di terra o perchĆ©, segregate in casa, tengono il proprio dolore nascosto, anche ā€œper vergognaā€. SƬ, la vittima che viene stalkerizzata, picchiata oĀ violentata ha vergognaĀ e al primo sguardo insofferente dellā€™investigatore o dellā€™assistente sociale maledice se stessa eĀ la sua sofferenza e decide, se haĀ  presentato la querelaĀ di ritirarlaĀ e di rientrareĀ nelle mura domestiche, aĀ continuare a soffrire eĀ a subire.

Un “grazie” fra le lacrime

QualcunaĀ di queste donne invece preferisce morire anzichĆ© attendere che quella morte gli venga data dal marito oĀ dal compagno padrone. Flavia ĆØ libera e ha scelto dove vivere. Ma ha dovuto fare grandi rinunce: lasciare il Paese che amava, il dover selezionare pochi e fedeli amici e, sopratutto, ha deciso di affidarsi allo Stato. Quello StatoĀ che stavolta ha fatto una bella figura. Si commuoveĀ Flavia, mentre parla del maresciallo dei carabinieri Comandante della Stazione, Mirko,Ā e dei suoi militari e dedica a loro, allā€™Arma, il suo libro: “Dal sogno alla paura” (Pedrazzi Editore), un libro che donne con il suo vissutoĀ potranno trovare su Amazon. Un libro che vuol essere un invito alla denuncia. AngioloĀ Pellegrini, generale dei Carabinieri edĀ esperto di mafia, uno degli uomini di Falcone, investigatoreĀ abituato a trattare stragi e morti, ha gli occhi rossi quando Flavia ringrazia lā€™Arma e si commuove. Non si ĆØ commossaĀ FlaviaĀ quando ha parlato della sua vita travagliata, “dellā€™individuo” che le ĆØ stato accanto e del suo amoreĀ trasformatosi inĀ incubo,Ā ma si ĆØ commossa guardando i due Carabinieri, in piedi in fondo alla sala, composti come solo sannoĀ essere gli uomini dellā€™Arma,Ā quasi imbarazzati per quel grazie ripetuto piĆ¹ volteĀ tra le lacrime.

Una storia

Io, avvocato e ormai vecchio questore, posso solo ricordare qualche episodio della mia vita di investigatore e nei miei ricordiĀ  non ci sono le conferenze stampa, gli encomi e gli squilli di tromba alle Feste della PoliziaĀ con quellā€™innoĀ che, al solo ascoltarlo, ogni voltaĀ mi provoca un nodo alla gola.Ā Oggi passano davanti a me volti di donne segnate dalla violenza e in particolare una, ritrovata in un fosso accanto al margine di una strada di campagna, comeĀ fosse una bambola rotta, gettata dopo lā€™uso.Ā Passa davanti a me il voltoĀ bellissimo di un giovane, colpevole di essersi fidato di due balordi che lo hanno ucciso a pugni in unaĀ  notte dā€™estate… EĀ quello di una ragazzina bionda, ancora bambina, che si aggrappa a meĀ dopo aver denunciato il patrigno che la sta violentandoĀ da mesi, ogni fine settimana, al rientro dai suoi viaggi in camion, nel silenzio di una casaĀ con una madre che anchā€™essa subiva e soffriva perchĆ© sapeva maĀ che ha taciuto. FlaviaĀ invece ha spezzato la catena di violenza e ha parlato.

La tutela della legge

Martin Luther King diceva: “Non ho paura della cattiveria dei malvagi ma del silenzio degli onesti”. Flavia ha parlato e ora, come tante donneĀ che hanno denunciato, ĆØ costretta a difendereĀ la sua libertĆ  di donna, di essere umano. Ma nella sala risuona il suo grido di aiuto: “Io sono una vittima e confido nello Stato,Ā nel Governo. NonĀ  dovrei essere controllata io ma quel criminaleĀ che un tempoĀ pure ho amato e che oggi, dopo tre anni di sorveglianza, ĆØ libero di cercarmi e, se mi troverĆ , di uccidermi. AbbiamoĀ tanti dispositivi elettronici in commercio, alcuni per ritrovare macchine,Ā oggetti, animali.Ā Li possiamo individuareĀ toccando un'appĀ a centinaia di migliaia di chilometri da noi:Ā va varata una legge che punisca chi ĆØ violento, che lo sottoponga a sorveglianzaĀ  costante perchĆ© non possa far male alle vittime. A chiĀ ha dimostrato di essere criminale, se non lo si puĆ² tenere rinchiusoĀ in carcere, almenoĀ lo siĀ controlliĀ con questiĀ dispositivi giĆ  disponibili alle Forze dellā€™Ordine e che si chiamano braccialetti elettronici.Ā PerchĆ©Ā sia limitata la libertĆ  del persecutore e non della vittima”.

Un ultimo appello

La presentazione del libro ĆØ terminata: gli occhi di tuttiĀ sono puntati su Flavia e nessuno se ne vorrebbe andare. Abbracci veloci., unā€™ultima raccomandazioneĀ sussurrata da Flavia, alle donne abusate: “Denunciate. Al primo schiaffo, alla prima violenza. Non sentitevi sporche o sbagliate. In questi comportamentiĀ deviati uno solo sbaglia, ed ĆØ quel maschio violento che dice di amare, infangando con i suoi gesti una parola che indicaĀ una virtĆ¹ umana che rappresenta gentilezza e compassione, vicinanza disinteressata e fedeltĆ Ā e soprattutto il desiderio di bene di chi ti sta accanto. Lā€™amore nonĀ  puĆ² essere confusoĀ col narcisismoĀ o l'egocentrismo, perchĆ©Ā chi usa violenza contro un altro essere umanoĀ non puĆ² amareĀ che se stesso. E definire animale chi provoca sofferenza agli altriĀ esseri del creato ĆØ ingiusto perchĆ©, in natura, non esiste un animale che si diverte a far soffrire il suo simile, che lo tortura”.

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