Sta per partire a Cuba la 56a Campagna nazionale di vaccinazione contro la Poliomielite, grave malattia virale chiamata anche polio o paralisi infantile che si diffonde da individuo a individuo principalmente per via oro-fecale.
Gli organizzatori della nuova campagna vaccinazioni prevedono che quest’anno saranno vaccinati oltre 471 mila bambini cubani. La prima tappa si realizzerà dal 20 al 26 febbraio e la seconda dal 17 al 23 aprile. Sul totale di minori presenti nell’isola caraibica, oltre 363mila bambini hanno meno di 3 anni di età. I vaccini saranno somministrati nei poliambulatori del Paese.
Un importante impegno che i Presidenti Castro (Fidel prima e il fratello Raul adesso) portano avanti da decenni al fine di mantenere a Cuba la cosiddetta immunità di branco. Questa consiste nel fatto che, immunizzando la maggior parte della popolazione, anche gli individui non venuti in contatto con il patogeno vengono protetti interrompendo la catena di infezione.
E’ stato stimato che serva almeno l’80% della popolazione vaccinata per permettere che ciò accada poiché la poliomelite, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), è una malattia estremamente contagiosa che colpisce principalmente neonati e bambini piccoli e reca danni spesso irreversibili. Il virus, che invade il sistema nervoso, può infatti portare alla paralisi in poche ore in circa un caso ogni 200 contagi. Inoltre, dal 5 al 10% di questi casi, muoiono per paralisi dei muscoli respiratori.
Conosciuta nei suoi effetti fin dall’antichità (dipinti e sculture egizie raffigurano infatti individui che presentano i segni caratteristici della malattia), l’eradicazione della polio è iniziata a livello globale solo nel 1988, grazie all’Organizzazione Mondiale della Sanità, all’Unicef e al Rotary International. Questi interventi ridussero del 99% il numero dei casi diagnosticati ogni anno, scendendo dai circa 350.000 del 1988 ai 483 del 2001. Oggi, la polio è endemica in soli due stati al mondo: Pakistan e Afghanistan.