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Croce Rossa: 140 studenti alla gara di Diritto Internazionale Umanitario

Marzia Como di Croce Rossa Italiana parla ad Interris.it della gara nazionale di Diritto Internazionale Umanitario 

Lo scorso weekend nella sede nazionale della Croce Rossa Italiana si è svolta la terza edizione della gara nazionale di Diritto Internazionale Umanitario (DIU). Per l’occasione, oltre centoquaranta studenti delle scuole secondarie, provenienti da tutta Italia, suddivisi in diciotto squadre, si sono confrontanti in diverse gare, che hanno simulato alcune delle situazioni reali che si possono verificare durante un conflitto armato. Le diverse postazioni di gioco riproducevano eventi come lo sbarco di persone migranti, la visita ad un campo di prigionia, l’intervista ad un prigioniero di un conflitto e un processo in un tribunale per i crimini di guerra.

L’intervista

Interris.it ha intervistato Marzia Como, delegato nazionale principi e valori umanitari della Croce Rossa, che ha spiegato il valore di questa iniziativa, che ha come obiettivo principale quello di formare dei giovani consapevoli dell’importanza della dignità umana.

Marzia, quanto è fondamentale insegnare ai ragazzi come ci si debba comportare a livello pratico in determinate situazioni di guerra?

“A parer mio sono due gli aspetti più importanti. Il primo è renderli partecipi dei tanti conflitti presenti ad oggi nel mondo, compresi quelli meno visibili e per quello da molti ignorati. Il secondo, i giovani di oggi saranno coloro che creeranno e governeranno il mondo di domani. Per questo motivo diventa indispensabile, che questi giovani vengano non solo informati, ma anche formati, per affrontare con rispetto lo scenario, a volte molto crudele, in cui viviamo”.

I ragazzi di oggi sono pronti a recepire questo messaggio?

“Il progetto, ora nazionale, in realtà è nato nel 2009 a livello regionale e in tutti questi anni ho sempre notato che la maggioranza degli studenti sono propensi ad una conoscenza più consapevole. Siamo però noi adulti ad avere un grande compito, ovvero quello di saper coinvolgere i giovani nel modo giusto. Il primo passo deve essere fatto dai genitori, ma anche dagli educatori e dagli stessi media che devono farsi portavoce di una comunicazione sempre veritiera ed efficace. Le violenze e le crudeltà di cui siamo spettatori non possono mai diventare qualcosa di scontato, ma devono essere combattute tramite un nuovo modo di pensare”.

Che ruolo ha la Croce Rossa Italiana?

“Noi facciamo parte degli adulti e come tali desideriamo costruire un futuro migliore in cui la dignità umana venga sempre rispettata, qualsiasi sia il contesto. Noi abbiamo il delicato compito di essere un esempio di come si debba intervenire in situazioni di conflitto e per questo motivo crediamo molto ad iniziative, come questa, in cui i giovani hanno la preziosa opportunità di poter diventare i protagonisti delle loro azioni e vedere le conseguenze dei loro comportamenti. Momenti come questi, possono diventare uno stimolo per iniziare a disegnare un domani all’insegna dell’umanità e del rispetto dei diritti di tutti, donne, uomini e bambini”.

Che cosa significa parlare di diritto umanitario in un momento in cui i conflitti sembrano non avere regole e dove tutto pare sia concesso?

“Nei Paesi in cui i diritti umanitari non vengono rispettati, c’è distruzione, c’è morte e c’è il nulla, ovvero non esiste più una dignità dell’umanità. Noi tutti abbiamo bisogno di riflettere sugli eventi che ci circondano e di prendere consapevolezza di tutti gli aspetti che un conflitto può comportare. Allo stesso modo, è importante capire che non si può rispondere alle criticità con il menefreghismo e che le azioni umanitarie di cui la Croce Rossa si fa portavoce sono il mezzo giusto per ridare dignità alle vittime dei conflitti e migliorare la loro stessa qualità di vita.

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