La nostra penisola ha uno sviluppo costiero di circa 8.000 km ed oltre 400 porti che costituiscono un sistema di infrastrutture a servizio del trasporto marittimo di persone e di merci. Il cambiamento climaticoĀ sta rendendo necessari una serie di nuovi piani e di azioni strategiche per un adattamento della fascia costiera e per mitigarne i rischi provocati dagli eventi atmosferici,Ā sempre piĆ¹ frequenti.
WaterFrontLab
L’associazione ĆØ stata costituita nel 2022 e si occupa della divulgazione, del networking e della mediazione con i soggetti che operano attivamene nelle coste italiane. Nel fare ciĆ² valorizza le conoscenze e le competenze acquisite sui problemi e crea nuove opportunitĆ per le tante cittĆ costiere.
L’intervista
Franco Giacotti, presidente di WaterFrontLab ha spiegato ad Interris.it le caratteristiche delle coste e dei porti italiani e ha evidenziato la forte esigenza di rendere queste strutture sempre di piĆ¹Ā resilienti ai tanti cambiamenti atmosferici in corso.
Presidente, per lāItalia i porti e le coste sono diventati un problema?
āQuesta caratteristica territoriale ĆØ una grande opportunitĆ che perĆ² non sempre viene valorizzata. I nostri porti per molti anni hanno rappresentato la porta della civiltĆ e al giorno dāoggi sono fonte di ricchezza e di turismo. Purtroppo perĆ² tra non molto potrebbero diventare un grande problema in quanto il cambiamento climatico ha iniziato a mostrarne la fragilitĆ ā.
Vuol dire che nel corso degli anni non sono stati adattati?
āIl discorso cambia molto a seconda del porto. Quelli per esempio mercantili ed economicamente piĆ¹ importanti nel corso degli anni sono stati oggetto di investimenti e di strutture difensive che li rendono meno esposti ad eventi climatici. Diverso ĆØ il caso invece dei piccoli porti e dei porticcioli che hanno meno caratteristiche difensive e che dunque soffrono maggiormente le conseguenze del cambiamento climaticoā.
Questo significa che quest’ultimi porti destano meno importanza?
āAssolutamente no, ma la mancanza di investimenti molto spesso va ricondotta a dei semplici problemi di budget. A differenza dei grandi porti mercantili, queste struttureĀ sono gestiste in maniera privatistica con un sistema di concessioni. Mancando delle protezioni, quando il mare lo decide puĆ² diventare molto pericoloso e violento, distruggendo tutto quello che trova lungo la sua strada. Un esempio lampante ĆØ ciĆ² che ĆØ accaduto di recente in Liguria e in particolare a Portofino, simbolo per eccellenza dei porticcioli italianiā.Ā
A risentire del cambiamento climatico ci sono anche iĀ lungomare delle cittĆ ?
āQuesto ĆØ un problema di estrema importanza perchĆ© quasi ogni giorno i lungomare vengono danneggiati dalle mareggiate. Per far fronte a tutto ciĆ² vi sono due approcci. Il primo ĆØ difensivo, ovvero vengono costruite delle strutture per migliorare la protezione dal mare, mentre il secondo riguarda la resilienza, cioĆØ si basa sull’adattabilitĆ alla forza dell’acqua. Questāultimo ĆØ lāatteggiamento migliore perchĆ© nessuno di noi puĆ² sapere oggi come sarĆ la forza del mare tra cinque anni e dunque diventa fondamentale preparare le coste a rispondere con resistenza alla sua potenzaā.
Come si arriva a questa ultima soluzione?
āInnanzitutto bisogna avere piena consapevolezza che serve una programmazione a lungo termine che tenga conto di ogni singolo caso. Ci sono comuni che preferiscono stare senza lungomare per un paio di anni e fare un progetto che prevede una salvaguardia importante, come puĆ² essere lāarretramento delle costruzioni sulla linea di costa. In atri casi invece, ci sono altri comuni che scelgono soluzioni di emergenza, limitandosi a ripristinare velocemente lo stato dei luoghi. In questo caso perĆ², la forza del mare continua a far pauraā.Ā
Cosa si puĆ² fare subito?
āSensibilizzare la collettivitĆ per raggiungere alla piena e serena convivenza con questi problemi che non solo continueranno ad esistere, ma anche saranno sempre piĆ¹ violenti. Gli obiettivi devono essere contemporaneamente di breve e lungo termine perchĆ© il futuro delle coste e dei porti ĆØ nelle nostre mani e solo le nostre azioni di oggi possono determinarne il destinoā.