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Costa Rica: contro il lavoro minorile, il governo vara un piano educativo

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Dati allarmanti sul lavoro minorile in Costa Rica, Stato dell’America centrale con capitale San José. Secondo le stime diffuse dalla Ricerca Nazionale sulle Famiglie (Enaho) dell’Istituto Nazionale di Statistica e Censimento (Inec), nel 2015 risultano 3.359 ragazzi con meno di 15 anni impegnati in ogni tipo di attività lavorativa. Questo, nonostante il lavoro minorile nel Paese sia formalmente illegale.

Secondo le autorità locali, anche se negli ultimi anni i numeri vanno riducendosi, occorre correre ai ripari. Con il coinvolgimento del Ministero del Lavoro e dell’Istituto Misto di Aiuti Sociali (Imas), le autorità si stanno impegnando attraverso una maggiore inclusione scolastica dei giovani all’interno, garantendo come unico obiettivo lo studio. Eradicare il fenomeno è, inoltre, un elemento fondamentale per la lotta contro la povertà in uno dei Paesi con un livello altissimo di crescita demografica.

La scuola è un percorso fondamentale per l’educazione e la crescita dei ragazzi, ma in Costa Rica il livello di abbandono scolastico è molto alto. Secondo la valutazione annuale dell’Enaho, dei 584.645 bambini nella fascia di età compresa tra 5 e 12 anni, presenti in Costa Rica, circa 20 mila non frequentano la scuola primaria. La maggior parte di questi, il 63,5%, ha meno di 6 anni, e i genitori non li mandano a scuola perché non hanno l’età minima richiesta per la frequenza. D’altro canto, dei 402.194 adolescenti, tra 13 e 17 anni, 49.935, il 12,4%, non frequenta la scuola secondaria.

Per combattere la disaffezioni scolastica, il Governo ha avviato il programma ‘Puente al desarrollo’, del Ministero dell’Istruzione locale, che favorisce le famiglie più povere mettendole in condizioni di poter far studiare i loro figli attraverso dei finanziamenti. Al contempo, la scolarizzazione abbassa anche la percentuale dei lavoratori minorenni.

Milena Castigli: