La legge sugli ecoreati è “una legge giovane”; però “io la invocavo da 25 anni. Pur essendo innovativa va tagliandata: dopo tre anni di esperienza va 'aiutata'”, cosa che “mi ero ripromesso di fare” col Parlamento. Così il ministro dell'Ambiente Sergio Costa – ai microfoni di Radio Anch'io su Radio Uno intervistato sul decreto terra dei fuochi, e in particolare in questo caso parlando della legge sugli ecoreati – fa presente per esempio di pensare a “applicare un altro percorso” come “il daspo ambientale” e di voler far pagare, quando viene “acchiappato”, chi ha inquinato.
Parlando più nello specifico del Decreto Terra dei Fuochi, il ministro ha detto: “Nelle pieghe del bilancio del Ministero dell’Ambiente ho già recuperato più di 20 milioni di euro che metto a disposizione della Terra dei Fuochi e della Campania, per iniziare quei provvedimenti tecnici che servono per le carettarizzazioni, gli studi, per arrivare alla messa in sicurezza permanente e alle bonifiche. Da zero a 20 milioni nel giro dell’estate è già tanta roba”. “C’è un percorso per le bonifiche – ha chiarito – sono tanti i posti da bonificare, ma qui stiamo parlando dei terreni agricoli che non hanno problemi di coltivazioni che sono risultati inquinati”.
Commentando il trasferimento delle deleghe sulla Terra dei Fuochi dal Ministero dell’Agricoltura a quello dell’Ambiente, deciso dal Consiglio dei Ministri, Costa ha spiegato che “è un problema ambientale pertanto spostarla al Ministero dell’Ambiente ha un senso tecnico. Ma ha anche un altro risvolto: vuol dire che la nostra agricoltura è sana, i nostri agricoltori producono prodotti sani, perchè noi abbiamo un sistema di controllo all’interno dell’Unione Europea, il più attento e serrato, possiamo metterlo tra i primissimi al mondo, per i prodotti agricoli. I nostri prodotti agricoli sono sani. Spostare quindi questa competenza al ministero dell’Ambiente vuol dire anche dire ‘produttori agricoli voi producete bene, ma consumatori consumate prodotti agricoli italiani perchè sono sani’. Il passaggio tecnico significava potermi ‘dare penna’, ma ora è il momento di partire. Il decreto va convertito, ma nel frattempo posso già fare qualcosa, appena viene pubblicato in Gazzetta, penso questa settimana”.